13/12/2018, 09.06
FRANCIA-ISLAM
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Attentato a Strasburgo: il dolore del papa. Le critiche dell’imam: L’islam preso in ostaggio

Nel telegramma inviato all’arcivescovo di Strasburgo, papa Francesco condanna la violenza ed esprime compassione “alle famiglie colpite” e al “popolo francese”. L’imam Drouiche, vice presidente degli imam di Francia: “L’islam attraversa una crisi profonda a livello mondiale”. “La mia religione è ostaggio nelle mani di gente ignorante e piena di odio”.

Città del Vaticano (AsiaNews) – Il papa prova “tristezza”, “preoccupazione” e “condanna” per l’attentato dell’11 dicembre al mercatino di Natale a Strasburgo. In un telegramma a firma del segretario di Stato, card. Pietro Parolin, indirizzato all’arcivescovo della città, mons. Luc Ravel, Francesco esprime la sua “compassione… alle famiglie colpite e a tutte le persone toccate da questo attentato, assicurando la sua preghiera”. Mentre consegna i defunti “alla misericordia di Dio”, egli rivolge “un pensiero speciale ai professionisti e ai volontari che si prendono cura delle persone ferite. Come segno di consolazione, egli implora l’abbondanza delle benedizioni divine sulle vittime, su coloro che li assistono e su tutto il popolo francese”.

Intanto, a Strasburgo, la situazione torna alla quasi normalità: le forze di polizia sono schierate in abbondanza, ma negozi e scuole sono stati riaperti, esclusi i mercatini di Natale.

Il bilancio delle vittime sale: si parla di tre morti e di 14 feriti, dei quali nove molto gravi. Fra essi vi è il giovane giornalista italiano Antonio Megalizzi. Degli uccisi, uno sarebbe thailandese, uno francese, uno afghano.

Il 29enne autore della strage, Cherif Chekatt, sfuggito alla cattura e ferito, pare essersi rifugiato in Germania, grazie a una rete di segreti sostenitori. Conosciuto dai servizi anti-terroristi, il giovane ha un pesante passato criminale. Secondo informazioni della polizia, egli era musulmano, ma non radicalizzato. La sua radicalizzazione sarebbe avvenuta durante una prigionia dal 2013 al 2015.

In prigione – ha detto il segretario per gli Interni Laurent Nuñez – Chérif “incitava alla pratica religiosa sotto una forma radicale” ed era impegnato in un profondo proselitismo.

Secondo alcune testimonianze, confermate dal procuratore Remy Heitz, il giovane avrebbe gridato “Allah akhbar! (Dio è grande!)” prima di fare la prima vittima.

L’imam Hocine Drouiche, vicepresidente degli imam di Francia, esprime la sua preoccupazione per questo uso violento della religione. “Ancora una volta – dichiara ad AsiaNews – la Francia è stata colpita dal terrorismo in nome del jihad islamico. Questi malati trovano sempre la copertura religiosa per giustificare i loro crimini disumani. Il terrorismo non si fermerà fino a che i musulmani non lo condanneranno in modo fermo e toglieranno questa copertura che li sporca e mette in pericolo il loro avvenire in Francia e in Europa”.

Il dott. Drouiche punta il dito contro l’indottrinamento che compiono gli imam nelle moschee.

“In generale, il discorso degli imam non si è ancora adattato ai valori della repubblica e a quelli umani. Se i musulmani vogliono continuare a vivere in Francia e in Europa, è necessario e urgente risvegliare e liberare questa religione dalle mani degli integristi intolleranti. Se una religione non introduce alla pace, essa nuoce a sé stessa e non merita di essere vicina al divino”.

Per Drouiche, “l’islam attraversa una crisi profonda a livello mondiale”. Esso ha bisogno “di una nuova élite saggia e intelligente perché sia libera e umanizzata. Possiamo ancora salvare la situazione in Europa, ma non sono troppo ottimista”.

“Sono triste – conclude – per le vittime, ma anche perché la mia religione è ostaggio nelle mani di gente ignorante e piena di odio”.

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