29/01/2019, 12.11
PAKISTAN
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Asia Bibi è innocente: la Corte suprema respinge la petizione dei radicali islamici

Il parere è stato emesso stamattina. I radicali del partito Tehreek-i-Labbaik Pakistan volevano ribaltare la sentenza d’assoluzione. Il prossimo passo verso la libertà della madre cristiana, in carcere per nove anni, è l’esilio.

Islamabad (AsiaNews) – È finita l’estenuante contesa legale su Asia Bibi. La Corte suprema pakistana ha respinto la petizione dei radicali islamici che volevano ribaltare la sentenza d’assoluzione nei confronti di Asia Bibi, condannata a morte nel 2010 per blasfemia e prosciolta a fine ottobre 2018. Da poco è stato reso noto il parere dei tre giudici, tra cui il presidente del massimo organo giudiziario del Paese. Così egli ha motivato la decisione: “Il querelante non è stato capace di indicare nessun errore nel verdetto d’assoluzione di Asia Bibi [pronunciato] dalla Corte suprema”.

L’udienza era iniziata stamattina intorno alle 13 (ora locale), in una capitale blindata e presidiata dalle truppe dei Rangers. All’apertura della seduta, Ghulam Ikram, avvocato dell’imam Qari Muhammad Salaam che ha presentato la richiesta di revisione, ha chiesto ai giudici di istituire una corte più numerosa per rivedere il caso. A suo parere, la nuova corte avrebbe dovuto includere anche ulema e esperti d’islam. Salaam è lo stesso imam che nel 2009 ha sporto denuncia contro la madre cristiana.

Il quotidiano locale Dawn riporta ampi stralci del dibattimento in aula. Asif Saeed Khosa, presidente del tribunale supremo, ha domandato: “Com’è questa una questione di religione? Il verdetto non è stato dato in merito?”. Poi ha proseguito: “Il verdetto è stato emesso sulla base delle testimonianze. Per caso l’islam dice che uno deve essere colpito anche se egli non è colpevole?”. Poi, riferendosi all’avvocato: “Ci dimostri cosa ritiene che sia sbagliato nel verdetto”.

Il legale ha replicato menzionando “l’onere della prova” da parte del querelante. A quel punto, il giudice ha chiesto: “Non è d’accordo con questa regola?”. “Il verdetto non ha preso in considerazione il parere di alcuni testimoni. Se una testimonianza non è ulteriormente esaminata dai legali, essa è data per vera”, ha riposto l’avocato.

Il capo del tribunale ha rimarcato invece: “Lei deve parlare sul merito della sentenza. La bellezza della comunità islamica è che i non musulmani se ne prendono cura. Anzitutto discutiamo del merito. Ci dica dov’è il difetto. Ci dica prima di tutto quali sono le testimonianze che la corte ha interpretato in maniera errata. In seguito discuteremo di ciò che l’islam dice a proposito. L’islam afferma che una persona chiamata a testimoniare deve dire il vero, persino se dire la verità coinvolge qualcuno che si ama. Se non abbiamo ascoltato bene le testimonianze, lo faremo immediatamente”.

Asia Bibi è stata condannata a morte il 7 novembre 2010 da un tribunale del Punjab. Era stata arrestata per oltraggio al profeta Maometto nel giugno dell’anno precedente, dopo una discussione con alcune sue colleghe in cui ella ha difeso la sua religione. Ha trascorso otto anni nel braccio della morte nel carcere di Multan, nel costante timore di perdere la vita.

Dopo la lettura della sentenza che dichiarava la madre cristiana “non colpevole”, a novembre i fondamentalisti del partito Tehreek-i-Labbaik Pakistan (Tlp) hanno bloccato le principali città del Pakistan, minacciato di morte i giudici del tribunale supremo e l’avvocato della donna, Saiful Malook. Per evitare l’escalation delle violenze il governo di Imran Khan è sceso a patti con i manifestanti e ha concesso la revisione del verdetto dei giudici supremi. In seguito Asia è stata liberata ma non poteva lasciare il Paese in base a quell’accordo con i radicali. Con ogni probabilità, adesso il prossimo passo sarà l’esilio. Forse in Canada, che ha già accolto le sue figlie nei giorni scorsi.

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