19/10/2005, 00.00
Pakistan
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Arcivescovo di Lahore: "Aiutateci, mancano fondi ed arriva l'inverno"

di Qaiser Felix

Mons. Saldanha racconta ad AsiaNews l'impegno dei cattolici pakistani per i sopravvissuti al terremoto e lancia l'allarme: servono con urgenza fondi per superare l'inverno. Fedeli di tutte le religioni si incontrano per raccogliere aiuti e pregare insieme. 

Lahore (AsiaNews) – La generosità, il conforto e l'aiuto dei cristiani verso i terremotati è "continuo" nonostante "pioggia, freddo ed ormai anche la neve stiano aggiungendo miseria e morte alla sofferenza dei sopravvissuti". Lo dice mons. John Saldanha, arcivescovo di Lahore, che rilancia ad AsiaNews l'allarme già segnalato dai dirigenti Caritas: servono soldi per comprare tende e vestiti caldi, al momento la prima e più urgente necessità.

La temperatura in Kashmir è infatti sotto lo 0°, gli aiuti internazionali sono lenti e la gente rischia di morire per fame e freddo. Le ultime stime parlano di 53 mila vittime, 60 mila feriti e 3 milioni di senzatetto in gravi necessità ma tra il 20 ed il 25 % dell'area colpita dalla scossa è tuttora inaccessibile a causa di frane e smottamenti e gli aiuti del governo e delle Ong non arrivano. Il presule racconta come i cattolici del Paese si impegnano per superare questa situazione.

La scuola del Sacro Cuore, gestita dalle Sorelle della carità di Gesù e Maria, raccoglie beni di prima necessità. Ogni volta che raggiungono una quota di beni stabilita sr. Martine de Porres e sr. Sophia, la preside, partono con l'autobus della scuola e distribuiscono di persona tutto ciò che hanno raccolto.

P. Miguel Angel Sdb, direttore dell'officina tecnica Don Bosco di Lahore, è partito il giorno dopo la prima scossa insieme ad un gruppo di tecnici che si sono formati nel suo laboratorio per aiutare l'esercito a scavare sotto le macerie del nord del Paese. Al momento, armati solo di torce, stanno cercando i superstiti fra le rovine di Muzaffarabad e la prima neve del Kashmir.

Bundu Khan, cattolico e parrocchiano della cattedrale di Lahore, ha un furgone. Subito dopo la scossa di sabato 8 ottobre, insieme al figlio, ha adibito il mezzo ad ambulanza ed ha iniziato il trasporto di malati. In alcuni casi si è spostato fino ad Islamabad.

La Caritas pakistana ha installato 6 punti di raccolta a Lahore dove è possibile fare donazioni di soldi o di beni: i carichi vengono poi consegnati all'esercito che provvede al trasporto con elicotteri laddove non esistono più strade agibili. L'organizzazione cattolica ha inoltre distaccato 2 medici con il gruppo di primo soccorso delle Forze armate.

A Sukheki - 80 chilometri ad ovest di Lahore, nei pressi del santuario mariano di Mariamabad – Zafar George, preside di una scuola cristiana, ha aperto una raccolta fondi insieme ad amici musulmani. Hanno ricevuto 300 mila rupie pakistane (circa 5 mila dollari americani) che hanno speso per acquistare razioni e vestiti. Insieme sono poi partiti verso il nord del Paese dove stanno distribuendo aiuto ai sopravvissuti.

L'emergenza spinge alla collaborazione interreligiosa. Il Consiglio nazionale per il Dialogo interreligioso ha organizzato il 17 ottobre una raccolta fondi davanti al Lahore Press Club. Presenti i leader cattolici, cristiani, musulmani, indù, sikh e parsi che, insieme, hanno invitato "tutti i fedeli di tutte le fedi" a donare "con il cuore aperto". Alla fine della raccolta i religiosi hanno pregato insieme per le vittime del terremoto ed hanno siglato un documento congiunto in cui chiedono al governo di fare "il più possibile" per arginare la crisi.

Mons. Saldanha chiede ad AsiaNews di rilanciare il suo appello: gli aiuti sono lenti e molte persone hanno urgenti necessità. Chi volesse fare una donazione può farlo alle coordinate della Standard Chartered Bank, The Mall, Lahore. Il numero di conto è 05 4421787-79

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