26/04/2018, 14.05
PAKISTAN
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Arcivescovo di Islamabad: il 29 aprile preghiamo per le vittime dell’intolleranza religiosa

di Shafique Khokhar

La proposta di mons. Joseph Arshad è per creare la pace e l’armonia nel Paese. La Commissione nazionale Giustizia e pace elenca gli episodi più recenti di violenza nei confronti dei cristiani. “Bisogna modificare il Piano d’azione nazionale di contrasto al terrorismo”.

Lahore (AsiaNews) – Una giornata dedicata alla preghiera per le vittime dell’intolleranza religiosa e per la pace e l’armonia in Pakistan. È l’iniziativa lanciata da mons. Joseph Arshad, arcivescovo di Islamabad-Rawalpindi e presidente della Conferenza episcopale pakistana. In una nota della Commissione nazionale Giustizia e pace (Ncjp), da lui presieduta, il prelato invita tutti i cristiani a raccogliersi in preghiera domenica prossima, 29 aprile.

Il motivo della giornata, si legge nella nota, “è l’allarmante aumento di incidenti violenti d’intolleranza ed estremismo nel nostro Paese”. La Commissione elenca gli episodi più recenti: l’attacco suicida contro la Bethel Memorial Methodist Church di Quetta; il trattamento disumano di Patras e Sajid Masih [cugini di Lahore accusati di blasfemia, ndr]; il brutale omicidio di Suneel Masih nell’ospedale pubblico di Lahore [picchiato da dottori e infermieri perché difendeva la sorella incinta che faticava ad essere visitata dalla ginecologa, ndr]; gli attacchi perpetrati con l’intento di uccidere i cristiani di Quetta, avvenuti in meno di due settimane; l’incidente che ha coinvolto Asma Yaqoob, una ragazza cristiana di Sialkot sfigurata con l’acido da un pretendente musulmano e morta a Lahore il 22 aprile scorso.  

A proposito di Asma, giovane estetista di 25 anni, il 24 aprile scorso Khalil Tahir Sindhu, ministro per i Diritti umani e le minoranze del Punjab, ha visitato la famiglia. Il politico, di religione cattolica, ha annunciato un risarcimento di 500mila rupie (più di 3.500 euro). Intanto Rizwan Gujjar, il musulmano che lei aveva respinto, è rinchiuso dietro le sbarre. “Non c’è più tempo per aspettare – dichiara Sindhu ad AsiaNews –. Il caso sarà portato davanti al Tribunale anti-terrorismo. Il mio Ministero si assumerà tutte le spese legali”.

La Commissione cattolica riferisce di essere “molto preoccupata per questa nuova ondata di aggressioni nei confronti delle minoranze, colpite solo per la loro fede. Questi attacchi non sono accettabili e lo Stato deve modificare in modo serio il Piano d’azione nazionale per affrontare la questione dell’estremismo e del terrorismo”.

Cecil Shane Chaudhry, direttore esecutivo della Ncjp, riporta che di recente il governo federale ha lanciato il “Paigham-i-Pakistan”, una fatwa contro il terrorismo firmata da 1800 religiosi islamici. Nell’editto i leader dei partiti politici e gli imam lanciano un appello all’unità e ad un’unanime narrativa per contrastare il terrorismo. P. Emmanuel Yousaf (Mani), direttore nazionale della Commissione, suggerisce: “Il governo deve costituire una commissione nazionale per i diritti delle minoranze che sia indipendente, per risolvere le questioni dei gruppi minoritari”.

(Ha collaborato Kamran Chaudhry)

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