18/09/2008, 00.00
INDIA
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Arcivescovo di Delhi: Violenze sui cristiani segnano la crisi della democrazia indiana

di Nirmala Carvalho
Mons. Vincent Concessao sottolinea che l’estremismo indù nega non solo i diritti delle minoranze, ma la convivenza e il rispetto dei diritti umani, mettendo in crisi i pilastri costituzionali del Paese. A Delhi i radicali indù hanno occupato il giardino della chiesa cattolica di Trilokpuri perché vogliono costruirvi un tempio.

New Delhi (AsiaNews) Le “violenze e il terrore” in corso in Orissa e in altri stati dell’India non sono soltanto un problema di “rispetto delle minoranze”, ma coinvolgono il futuro della “democrazia dell’India”. Lo afferma l’arcivescovo della capitale, mons. Vincent Concessao in un’intervista ad AsiaNews. “L’India, la democrazia più vasta del mondo, era riconosciuta come un Paese vivace, capace di radunare molte etnie, religioni e linguaggi. Lo dico con tristezza: in gioco vi è proprio l’immagine dell’India come democrazia”.

Oltre alle violenze che si registrano in Orissa, Karnataka, Madya Pradesh, Kerala, mons. Concessao cita anche alcuni soprusi ad opera dei fondamentalisti indù a Delhi. Proprio ieri un gruppo dell’Hindutva ha occupato un terreno davanti alla chiesa di

Prabhu Prakash Girija, a Trilokpuri, nella zona est di Delhi. Il terreno è usato come giardino dai cattolici e l’autorità della città ha posto riserve sulle costruzioni nel luogo. Dal ’91 la chiesa ha in cura quel giardino. Il gruppo estremista ha invece minacciato di costruire un tempio. Già la settimana scorsa essi avevano posto alcune statue di divinità indù in un’edicola costruita sul muro della chiesa.

In passato, molti scontri fra indù e musulmani sono avvenuti per il tentativo dei radicali indù di impossessarsi di luoghi di culto islamici.

“Questo è l’ennesimo incidente che indica la crescente ondata anti-cristiana – ha detto mons. Concessao – che diffonde i suoi malvagi tentacoli sulla nostra amata Patria. Questi estremisti sono indottrinati dall’ideologia Hindutva e i loro metodi e la loro strategia sono quelli della forza e dei muscoli, della violenza senza dialogo o ragione. Essi pensano che l’India dovrebbe essere solo indù e non credono in una democrazia laica”.

“È molto triste che mentre l’India emerge sulla scena mondiale come una potenza del 21° secolo, all’interno cresce l’intolleranza religiosa e le violazioni ai diritti umani. La comunità internazionale e i leader mondiali che credono nella democrazia dovrebbero opporsi e condannare queste rozze violazioni ai diritti costituzionali. Il problema in gioco non è solo la difesa delle minoranze, ma quello del futuro della democrazia in India”.

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