Archiviato il “Califfato”, l’Isis punta sulla guerriglia per rilanciare il jihad
Sconfitto sul piano militare, il gruppo cambia strategia e invita i miliziani ad approfondire le conoscenze. Sui siti della galassia jihadista dettagli sulle azioni “mordi e fuggi”. Una scelta che sembra premiare con numerosi attacchi su scala globale. Esperta Usa: lo Stato islamico “è ancora molto pericoloso”.
Baghdad (AsiaNews) - Dopo aver perso la quasi totalità del territorio in Siria e Iraq, vedendo così tramontare forse per sempre l’idea del “califfato”, i vertici dello Stato islamico (SI, ex Isis) sembrano aver modificato la strategia per privilegiare la guerriglia. Uno dei siti di informazione legato al gruppo jihadista ha diffuso le diverse tecniche di combattimento e invita i miliziani ad approfondirne le conoscenze.
Nelle ultime settimane la rivista online al-Naba, legata al gruppo fondamentalista, ha incoraggiato i propri lettori ad adottare le tattiche della guerriglia, pubblicando istruzioni dettagliate su come compiere le cosiddette azioni “mordi e fuggi”. I leader jihadisti hanno deciso di adottare questa tipologia di combattimento, che potrebbe essere utilizzata oltre i confini di Siria e Iraq.
Analisti ed esperti ricordano che l’Isis già in passato, seppur in modo saltuario, aveva adottato questa tecnica. Oggi, tuttavia, essa viene formalizzata attraverso linee guida che la delineano come procedura standard nel contesto delle operazioni militari.
Dopo una rapida ascesa fra la seconda metà del 2014 e il 2105 in Siria e Iraq, arrivando a conquistare metà del territorio e macchiandosi di crimini gravissimi contro l’umanità, i jihadisti hanno perso progressivamente terreno. Oggi controllano una piccola area a cavallo fra i due Paesi che si fa sempre più ristretta in seguito all’avanzata degli eserciti regolari dei due Paesi; tuttavia, l’ideologia resta viva e la sconfitta militare non cancella la minaccia.
Del resto la nuova tattica adottata dallo Stato islamico sembra essere vincente, come testimoniano i numerosi attacchi che si sono registrati nell’ultimo periodo a livello globale. Anche in luoghi in cui finora le milizie del “Califfo” non erano riuscite sinora a penetrare. “La triste realtà - sottolinea Rita Katz, direttore esecutivo di Site Intelligence Group - è che l’Isis è ancora molto pericoloso”. Hassan Abu Hanieh, esperto giordano di islam, conferma che l’Isis ha usato di recente tattiche di guerriglia e per conquistare - anche solo per un breve periodo - cittadine e guadagnare visibilità.
Intanto dalla Siria continuano a provenire notizie drammatiche relative a migliaia di persone in fuga dalle violenze nel nord-ovest. Fonti delle Nazioni Unite e ong del settore medico confermano l’offensiva lanciata dall’esercito governativo sostenuto dall’alleato russo, finalizzato alla riconquistata dell’ultimo bastione ancora nelle mani dei gruppi di opposizione e milizie jihadiste. Nei giorni scorsi i governativi hanno moltiplicato i raid aerei, colpendo cittadine e villaggi del settore meridionale dell’enclave ribelle, provocando diverse vittime anche fra i civili.
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