Ancora rinviata l’udienza finale per Asia Bibi. La Chiesa locale chiede di pregare
Oggi a Islamabad si doveva svolgere l’appello finale, dopo che nel 2014 era già stato rinviato. Un giudice ha rifiutato di presentarsi, forse per timore. La donna è accusata di blasfemia, ma ha sempre negato ogni addebito. È in carcere dal 2009. Musulmani vogliono la sua “rapida impiccagione”.
Lahore (AsiaNews) – I vertici della Chiesa pakistana lanciano un appello e chiedono di pregare per Asia Bibi, dopo che la Corte suprema ha rinviato il suo caso a data da stabilire. Da sette anni la donna si trova nel braccio della morte con l’accusa di aver insultato il profeta Maometto.
La corte, composta da tre giudici e guidata da Mian Saqib Nisar, ha deciso di rinviare l’udienza finale dopo che uno dei magistrati - Iqbal Hameed-ur-Rehman - si è ritirato dal caso, sostenendo che era stato membro anche della corte che ha deciso sulla vicenda giudiziaria di Salmaan Taseer. Taseer, il defunto governatore della provincia del Punjab, è stato ucciso a colpi di pistola da Mumtaz Qadri, la sua guardia del corpo, perché aveva criticato come ignobile la legge sulla blasfemia.
Oggi p. Emmanuel Yousaf Mani, direttore nazionale della Commissione Giustizia e pace della Conferenza episcopale pakistana, era all’udienza finale per Asia Bibi ad Islamabad, dove sono state schierate migliaia di guardie di sicurezza. Ad AsiaNews dice: “Io invito tutti a pregare per lei. Preghiamo affinchè il verdetto sia favorevole alla donna innocente. In pratica non hanno fatto nulla. Non capisco perchè essi [i giudici] abbiano collegato questo caso a quello del defunto governatore. L’avvocato che difende Asia Bibi voleva esporre le sue motivazioni, ma non gliel’hanno permesso”.
Mons. Joseph Arshad, vescovo di Faisalabad, spera che ad Asia Bibi sia restituita la libertà. “I testimoni – dice – non sono attendibili. Inoltre non ci sono esempi precedenti nella storia del Paese in cui una persona sia stata impiccata per blasfemia. La giustizia deve prevalere e la legge deve fare il suo corso”.
Nel frattempo gli integralisti islamici stanno facendo pressioni perchè il governo punisca la donna cristiana per la presunta blasfemia. In una dichiarazione, la “Shuhada (martiri) Foundation” della Lal Masjid (Moschea Rossa) della capitale ha detto che i suoi seguaci sono pronti a scendere in strada e non consentiranno il regolare funzionamento del governo se Asia Bibi dovesse essere rilasciata.
Lamentando il fatto che alcuni ambasciatori hanno fatto pressione per la sua liberazione, la fondazione ha detto: “Lal Masjid diventerà un centro del movimento anti-governativo se Asia Masih verrà rilasciata. Siamo davvero preoccupati per gli sforzi a favore del rilascio della blasfema Asia Masih e considereremo blasfemi tutti coloro che la difendono, chiunque essi siano e qualunque posizione ricoprano”.
Allo stesso modo 150 imam del “Sunni Tehreek (St)”, organizzazione religiosa sunnita, hanno chiesto in una dichiarazione congiunta che Asia Bibi sia punita, in base alla Costituzione e alla sharia [legge islamica]. Essi affermano che secondo il Corano e la Sunna, per coloro che insultano il profeta Maometto, l’unica punizione è la morte.
Mumahhad Nawaz Qadri, portavoce del Sunni Tehreek, afferma: “L’impiccagione di Mumtaz Qadri, un amante di Maometto, è stata una violazione della legge. Chiediamo la stessa rapida azione per Asia Bibi. Stiamo facendo incontri per delineare una strategia futura, che comprenda sit-in e proteste”.
06/10/2018 11:32