Ancora in carcere i 47 democratici accusati per le primarie. L’attacco della Ue
Rinviata al 23 settembre la decisione se trasferire il processo all’Alta corte. Rischio ergastolo per gli imputati. Parlamentari Ue condannano la chiusura forzata di Apple Daily e invocano sanzioni contro i leader cittadini e quelli di Pechino. Chiesta anche l’abolizione della legge sulla sicurezza.
Hong Kong (AsiaNews) – Si allunga la carcerazione preventiva per i 47 attivisti arrestati in febbraio per aver organizzato o preso parte un anno fa alle primarie del fronte democratico. Ieri il giudice Victor Soe della Magistrates’ Court di West Kowloon ha rinviato al 23 settembre la decisione se accogliere la richiesta della procura, che chiede il rinvio del processo all’Alta corte, competente per gli illeciti più gravi. L’accusa ha chiesto più tempo per preparare il caso in questa fase preliminare: il via libera del giudice Soe posticipa in modo ulteriore l’inizio del procedimento vero e proprio.
Con il trasferimento del processo all’Alta corte, gli accusati rischiano l’ergastolo. Solo 12 di loro hanno ottenuto la libertà su cauzione. Gli altri si trovano ancora in cella; tra loro figurano personalità di spicco come Jimmy Lai, Benny Tai e Joshua Wong.
Nel luglio 2020 il campo democratico ha svolto elezioni interne per scegliere i propri candidati alle legislative di settembre (poi rinviate). I 47 imputati sono alla sbarra con l’accusa di sovversione in base alla legge sulla sicurezza nazionale voluta da Pechino. Secondo l’accusa, mirando ad assicurare ai democratici 35 o più seggi al Legco (il Parlamento cittadino), gli organizzatori hanno “complottato” per rovesciare l’esecutivo di Carrie Lam.
Il draconiano provvedimento sulla sicurezza è sempre più criticato dall’Unione europea. Ieri con 578 voti a favore e 29 contrari, il Parlamento Ue ha approvato una risoluzione in cui condanna la chiusura (forzata) di Apple Daily. Il quotidiano pro-democrazia ha chiuso il 24 giugno: accusato di minacciare la sicurezza nazionale, esso ha subito una serie di arresti e il congelamento di asset per 18 milioni di dollari HK (1,9 milioni di euro). Secondo i parlamentari Ue, l’azione contro il giornale rappresenta un ulteriore passo delle autorità cinesi per smantellare le tradizionali libertà dell’ex colonia britannica.
Il Parlamento europeo chiede alla leadership di Pechino e di Hong Kong di fermare i maltrattamenti e le intimidazioni nei confronti dei giornalisti, e di abolire la legge sulla sicurezza. Nel frattempo esso incoraggia i Paesi Ue a imporre sanzioni su leader ed entità responsabili di serie violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale a Hong Kong. Il capo dell’esecutivo cittadino Carrie Lam e Xia Baolong, direttore dell’Ufficio cinese per gli Affari di Macao e Hong Kong, sono in cima alla lista delle personalità da sanzionare.
Gli europarlamentari invitano anche i governi degli Stati membri a non inviare propri rappresentati e diplomatici alle Olimpiadi invernali di Pechino del 2022. La richiesta è stata già respinta dall’esecutivo greco. La risoluzione non ha valore vincolante e rappresenta un documento d’indirizzo per il Consiglio europeo e per la Commissione Ue. L’Ungheria, che ha stretti legami con Pechino come la Grecia, ha già affossato un piano comune di sanzioni per la situazione a Hong Kong. Senza un cambio di direzione da parte della Cina, il Parlamento Ue continuerà a bloccare l’iter di approvazione dell’accordo sugli investimenti firmato in dicembre dalle autorità europee e quelle cinesi.
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