12/10/2011, 00.00
MYANMAR
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Amnistia in Myanmar: liberi decine di detenuti politici, anche l’attore Zarganar

Il provvedimento dovrebbe riguardare almeno 300 prigionieri per reati di opinione. Al momento ne sono stati rilasciati 70. Fra questi anche Shin Gambira, uno dei monaci leader della Rivoluzione zafferano nel 2007. Fonti di AsiaNews: scelta del governo legata al tentativo di rimuovere le sanzioni e ottenere la presidenza Asean nel 2014.
Yangon (AsiaNews) – Le autorità birmane hanno iniziato la procedura che porterà al rilascio di 6.359 detenuti, in seguito al provvedimento di amnistia generale. Fra questi vi sono anche “prigionieri politici” e, secondo alcune fonti, dovrebbero essere almeno 300 i birmani rinchiusi per “reati di opinione” che potrebbero a breve riacquistare la libertà. Al momento i dati ufficiali parlano di “70 prigionieri politici scarcerati”. Fonti di AsiaNews in Myanmar spiegano che la scelta del governo di liberare personalità di primo piano e detenuti vicini ai movimenti pro-democrazia è legata al tentativo di alleviare le sanzioni economico-commerciali di Europa e Stati Uniti; a questo si unisce il lavoro diplomatico avviato da Naypyidaw per ottenere nel 2014 la presidenza dell’Asean, l’Associazione che riunisce le 10 nazioni del Sud-est asiatico.

Fra i “prigionieri politici” già liberi vi è il celebre attore e regista Zarganar (nella foto), che ha lasciato in mattinata il carcere di Myitkyina (Stato settentrionale Kachin): “Non sono affatto felice – ha dichiarato il popolare artista all’Ap – perché nessuno dei 14 cosiddetti prigionieri politici, e miei amici, richiuso in carcere con il sottoscritto è stato liberato”. Egli ha aggiunto che “sarò felice e ringrazierò il governo solo quando tutti i miei amici saranno liberi”. Zarganar era stato arrestato nel 2008, per aver organizzato la raccolta e la distribuzione di aiuti alle popolazioni colpite dal ciclone Nargis, che ha causato 140mila fra morti e feriti. Egli aveva anche criticato il governo per la “lenta risposta” all’emergenza. La sua liberazione sarebbe però condizionata al comportamento che terrà nel prossimo futuro: “Se faccio qualcosa di male – riferisce la Bbc – mi rispediscono in cella”.

Fra le decine di prigionieri politici liberati vi sono anche monaci protagonisti della rivolta contro il caro-prezzi del settembre 2007, repressa nel sangue dall’allora regime militare birmano, guidato dal generalissimo Than Shwe. A questi si aggiungono ex appartenenti al movimento studentesco 8888, esponenti del gruppo Generation Wave, giornalisti e attivisti pro-democrazia. Fra i monaci rilasciati vi è anche Shin Gambira, che ha guidato la marcia di protesta per le vie di Yangon nel 2007 e le cui immagini hanno fatto il giro del mondo. Egli era considerato uno dei capi della “Rivoluzione zafferano”, che preso il proprio nome dal colore delle tuniche tradizionali indossate dai monaci.

In un video trasmesso dal sito dissidente Democratic Voice of Burma (clicca qui per vedere il filmato) la leader dell’opposizione Aung San Suu Kyi si è rallegrata per la liberazione di (una parte) prigionieri politici: “Accolgo con gioia la loro liberazione – ha detto la leader della Lega nazionale per la democrazia a Dvb – perché la libertà di una persona non ha prezzo”. Parole di gioia sincere, espresse da una donna premio Nobel che ha trascorso 15 degli ultimi 21 anni agli arresti domiciliari e solo nel novembre scorso ha ritrovato la libertà.

Tuttavia non mancano le voci critiche, che chiedono ulteriori passi al governo a sostegno del processo di democratizzazione del Myanmar. Nyan Win, portavoce della Nld, ha sottolineato che “il rilascio dei prigionieri politici è solo uno dei segnali” che mostrano la serietà delle intenzioni manifestate dalla leadership birmana. “Serviranno altri passi – ha commentato – tra cui la libertà di stampa e un allentamento della censura”. (DS)

(Ha collaborato Yaung Ni Oo)
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