Al Azhar sotto l’influenza dell’islamismo di Daesh
Le istituzioni religiose ufficiali e le università cosiddette islamiche sono la causa dell’immobilità del mondo musulmano. I programmi insegnati ad Al Azhar e la letteratura usata sono gli stessi che sono applicati sul terreno da tutti i terroristi armati. Nessun paragone possibile fra Al Azhar e il Vaticano. Il Vaticano ha ospitato musulmani irakeni e siriani che fuggivano la guerra. Al Azhar non ha fatto nulla per cristiani e Yazidi. La persecuzione verso Mohamed Nasr Abdellah, desideroso di modernizzare l’islam. Il commento di uno studente musulmano.
Parigi (AsiaNews) – Mentre l’occidente e il resto dell’umanità si evolvono con tutte le loro istituzioni religiose, culturali, sociali, economiche, il mondo musulmano e le sue istituzioni affondano nell’arcaismo. Nulla va nella giusta direzione e ogni tentativo di far evolvere le cose finisce per essere combattuto e tradursi in un fallimento. Ma dov’è il problema? È legato a un fallimento genetico, o a un decadimento morale?
Come tutti conosciamo bene, la religione è il centro d’interesse di tutto il mondo musulmano. Da secoli questo mondo ristagna su tutti gli aspetti della vita e non offre nulla all’umanità, salvo la morte, il terrorismo e l’estremismo religioso. Le istituzioni religiose ufficiali e le università cosiddette islamiche sono la causa di questa calamità. Al Azhar, che è una delle più antiche università islamiche al mondo, esercita una ipocrisia per eccellenza e gioca un grande ruolo nella chiusura di cui è oggetto il mondo musulmano.
Nel maggio 2016, dopo l’incontro inedito con papa Francesco in Vaticano, Ahmed el-Tayeb, il grande imam della moschea di Al Azhar, ha dato ai media del Vaticano un’intervista esclusiva. Com’è noto, egli è stato interrogato sui conflitti e l’avanzata del terrorismo islamico in Medio oriente. Come risposta, egli ha dichiarato di voler approfittare della sua presenza in Vaticano per lanciare un appello al mondo intero affinché esso possa unirsi e serrare le fila per affrontare e mettere fine al terrorismo. Il Gran Mufti non ha esitato un momento ha fare un appello a tutti “gli uomini liberi del mondo” alla concordia, perché si metta fine “ai fiumi di sangue”.
Purtroppo, è proprio la letteratura di Al Azhar ad essere la base del radicalismo e del terrorismo! Ne è prova il fatto che essa non ha mai osato fare il passo di scomunicare i terroristi islamici e l’organizzazione dello Stato islamico di Daesh. Secondo voi perché? Semplicemente perché i programmi insegnati ad Al Azhar sono gli stessi che sono applicati sul terreno da tutti i terroristi armati!
In effetti, questi terroristi non hanno inventato nulla, essi hanno a disposizione una letteratura già pronta. Una letteratura imbastita un po’ dappertutto, in particolare a Al Azhar. La sola differenza con i diversi movimenti fondamentalisti sta nella maniera e nella misura dell’applicazione dei diversi insegnamenti. Se non fosse per questo, essi hanno gli stessi riferimenti e la stessa letteratura.
Al Azhar deve essere riformato e così pure i suoi programmi di insegnamento. Posso onestamente dire che Al Azhar, com’è adesso, rappresenta un pericolo per i musulmani e per l’intera umanità.
Di recente essa ha perseguito per vie legali uno dei suoi ex studenti, accusandolo di diffamazione della religione. Si tratta dello sheikh Mohamed Nasr Abdellah, già studente di questa istituzione. Dopo aver ricevuto la sua licenza in teologia con ottimo punteggio, egli ha consacrato la sua vita alla ricerca e ha domandato di essere imam, ma il suo dossier è stato sempre rifiutato dal ministero egiziano degli affari religiosi. Ciò avverrebbe a causa del suo discorso che costituisce un pericolo per “i guardiani del tempio islamista”. Sulle catene satellitari vi sono più di 80 suoi dibattiti; è autore di molti articoli su questioni religiose dove egli condanna il velo, la lapidazione, l’amputazione delle mani ai ladri, il jihad, ecc...
Durante la rivoluzione egiziana, egli è stato fra i primi a dire no all’ideologia dei Fratelli musulmani. Dopo gli attentati avvenuti a Parigi nel novembre 2015, è stato nel gruppo dei teologi musulmani venuti a Parigi per presentare le loro condoglianze e denunciare in pubblico gli atti barbari del movimento islamico.
Al presente egli è una delle più grandi figure della corrente di pensiero Coranista in Egitto. Questa corrente spinge all’attualizzazione, alla riforma, alla modernizzazione della giurisprudenza islamica e soprattutto alla coabitazione fra tutte le componenti delle società arabo-musulmane.
Sheikh Mohamed Nasr Abdellah in una delle sue pubblicazione su Facebook denuncia il progetto dei Fratelli musulmani su Al Azhar e sui posti chiave nelle istituzioni religiose egiziane.
Al presente, in quanto musulmano, io penso che Al Azhar giochi un ruolo insieme molto negativo e pericoloso. Spesso si paragona Al Azhar al “Vaticano dei musulmani”: ogni comparazione con il Vaticano è illogica, irrazionale, assurda e grossolana. Il Vaticano mantiene un discorso chiaro, netto e preciso ed ha abolito il discorso dell’odio e della scomunica. Esso ha anche accolto dei musulmani irakeni e siriani che fuggivano la guerra. E allora ci possiamo porre la domanda: perché Al Azhar non ha fatto lo stesso con i cristiani e gli Yazidi perseguitati da Daesh? Non è questa una prova sufficiente della cattiva fede della sua componente?
Se Daesh procede all’eliminazione fisica e illegale dei sui nemici, Al Azhar utilizza i metodi legali, già pronti, per far tacere coloro che svelano i segreti della casa del buio.