L’Akp di Erdogan perde la maggioranza; il partito curdo entra in parlamento
Istanbul (AsiaNews) – Risultati sorprendenti nelle elezioni turche di ieri: a scrutinio quasi terminato, il partito curdo dello HDP guidato dalla figura carismatica di Selahattin Dermitas (nella foto), entra in parlamento per la prima volta nella storia repubblicana turca.
L’HDP è infatti riuscito a superare la fatidica soglia di sbarramento del 10% ed ha raggiunto il 13% (circa 79 deputati) , superando così le più rosee previsioni della vigilia. Allo stesso tempo esso sbarra la strada al partito AKP di raggiungere la soglia dei 330 deputati, necessari per indire un referendum per cambiare la costituzione. Con questi risultati, l’HDP blocca per il momento i sogni di Erdogan di diventare padrone assoluto.
Nel sistema elettorale turco, la soglia del 10% su scala nazionale era stata imposta proprio per bloccare l’accesso al parlamento di un partito curdo, unica popolazione massiccia rimasta nel mosaico della Turchia repubblicana, dopo le storiche operazioni chirurgiche contro le popolazioni cristiane.
Ad ogni modo, l’AKP rimane pur sempre il primo partito in Turchia, con il suo 41% (con circa 258 deputati). Nelle ultime elezioni del 2011 il partito di Erdogan aveva raggiunto il 49,95%: ma ora, a causa dell’entrata in parlamento dello HDP, non riesce a raggiungere la soglia dei 275 +1 deputati per avere la maggioranza in parlamento, composto da 550 deputati.
Secondo partito è il CHP con 25% (circa 132 deputati) più o meno stabile, mentre il partito nazionalista del MHP, il partito dei Lupi grigi, ha raggiunto il 16,5% (circa 81 deputati ), contro 12,98% del 2011.
I curdi si impongono a Diyarbakir e Istanbul
L’HDP ha raccolto l’80% delle preferenze nella zona di Diyarbakir, nel sud est del Paese; ad Istanbul è diventato il terzo partito con il suo 15% ,triplicando i voti del 2011. Questo aspetto non colpisce più di tanto: Istanbul, la vera capitale della Turchia , è la città metropolitana più curda del Paese.
Tra gli eletti nelle file di HDP vi è Feleknas Uca di 39 anni, medico, nata e cresciuta in Germania e già eurodeputata verde e l’armeno Garo Pailan.
Poco prima delle elezioni Selahhatin Dermitas, ha rivolto un messaggio al presidente Erdogan: egli non diventerà mai capo indiscusso della Turchia finché ci sarà lo HDP. Ora la profezia si è verificata.
Ad Erdogan non è servito a nulla sventagliare il Corano in lingua curda, al solo scopo di sensibilizzare il sentimento religioso di questa popolazione - per la verità molto conservatrice - contro la concezione laica del partito di HDP. Anche perché a pochi km di distanza da Diyarbakir, a ridosso della frontiera siro-irakena, agiscono i peggiori ambasciatori della causa musulmana, i membri dell’Isis, foraggiati da Erdogan, come afferma l’accademico Nurai Mert.
Le incertezze sul nuovo governo
A questo punto si pone la questione della governabilità della Turchia. Tale governabilità si può ottenere con la formazione di una coalizione, che dopo 13 anni, sarà anche il primo governo non monocolore. Se non vi è questo, vi saranno nuove elezioni anticipate.
Il leader del HDP, Selahattin Dermitas , ha escluso la coalizione con AKP.
L’unica possibile alleanza che si intravede, è il governo di coalizione tra AKP e gli ultranazionalisti del MHP. Essi sono usciti rinforzati da questi risultati, accomunati al partito del governo uscente, dalla concezione religiosa e dal sentimento anticurdo.
Questa coalizione significherebbe la fine di un riavvicinamento - da Erdogan tentato più volte nel passato - con la popolazione curda, stimata sui18 milioni e in continua crescita demografica. Insomma dopo anni, la Turchia s’è svegliata, anche se in un clima di incertezze.
06/02/2018 14:51