06/10/2018, 12.31
INDIA – RUSSIA
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Accordo tra India e Russia per missili S-400. Usa e Cina all’angolo

L’acquisto del sistema di difesa missilistico è costato 5,4 miliardi di dollari. La tecnologia russa è stata “testata con successo” nella guerra in Siria. In gioco ci sono gli equilibri strategici e geopolitici con le massime potenze mondiali.

New Delhi (AsiaNews/Agenzie) – Un accordo del valore di 5,4 miliardi di dollari per l’acquisto del sistema di difesa missilistico russo S-400. È quanto è stato siglato ieri a New Delhi dal premier indiano Narendra Modi e dal presidente russo Vladimir Putin, durante un incontro bilaterale. L’accordo, con cui i due Paesi sanciscono una rinnovata intesa che data fin dagli anni ’50, rappresenta ben più di un semplice scambio di tecnologia militare: esso investe soprattutto gli equilibri geopolitici dell’area, con Stati Uniti e Cina lasciati in disparte a guardare.

L’S-400 è uno dei più sofisticati sistemi balistici terra-aria esistenti al mondo, con una gittata di 400 km in grado di colpire contemporaneamente fino a 80 obiettivi. È stato testato nella guerra in Siria e pertanto la Russia lo presenta come garanzia di qualità.

La Cina ne ha una versione simile: per questo gli analisti sostengono che la decisione dell’India rappresenti un “rischio calcolato”. Secondo Rajiv Nayan, esperto di difesa all’Institute for Defence Studies and Analyses, “l’India deve badare ai propri interessi strategici. Un sistema di difesa missilistico era quello che ci voleva. Gli Stati Uniti hanno detto che se l’India avesse portato avanti l’accordo, sarebbe potuta incorrere nelle sanzioni – ma non mi sembra che Delhi abbia avvertito tale pressione”.

Infatti la scelta di Modi di acquistare la tecnologia militare russa potrebbe costare al suo Paese la reazione americana, che ha già minacciato di far valere una legge domestica – il Countering America’s Adversaries through Sanctions Act, o Caatsa – che si applica a quei Paesi che siglano “transazioni significative” con Russia, Iran o Corea del Nord.

Le recenti scelte politiche dell’India, che ha anche confermato i contratti con l’Iran per l’acquisto del suo greggio, non sembrano spaventare più di tanto il premier Modi. Sul fronte strategico, fanno notare gli esperti, la rinnovata sintonia potrebbe essere frutto di diversi fattori: il cambio al vertice negli Stati Uniti rispetto alla precedente amministrazione Obama; l’aiuto che la Russia ha offerto all’India per avere il pieno riconoscimento come membro della Shanghai Cooperation Organisation; il sostegno di Mosca all’ingresso di Delhi nel Nuclear Suppliers Group, il circolo di Paesi che controllano l’accesso alla tecnologia nucleare, nonostante l’India non soddisfi un requisito essenziale, e cioè che non ha mai firmato il Trattato di non proliferazione nucleare.

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