30/09/2008, 00.00
CINA
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A rischio anche prodotti di marche occidentali contenenti il latte cinese

In Cina arrestate 22 persone accusate di avere messo melamina nel latte. Ma intanto la sostanza tossica è trovata in prodotti di marche occidentali. Esportate in Europa e Usa grandi quantità del prodotto velenoso.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Sono state arrestate 22 persone sospettate di avere messo la melamina nel latte. Ma ora il problema è anche accertare quanto il latte cinese sia stato usato dalle multinazionali anche occidentali.

I media statali dicono che nel corso di controlli in almeno 41 impianti caseari e stazioni di stoccaggio del latte nell’Hebei (provincia dove ha sede anche la Sanlu, ditta più coinvolta nello scandalo), la polizia ha sequestrato oltre 220 chilogrammi di melamina e arrestato dirigenti delle fabbriche, titolari delle stazioni di stoccaggio, allevatori, a conferma che la contraffazione coinvolge l’intero sistema caseario, per tenere i prezzi bassi ma aumentare i profitti. La melamina è una sostanza chimica ricca di azoto ed economica che, unita al latte, lo fa sembrare ricco di proteine, anche se di scarso valore nutritivo o magari allungato con acqua. E’ nociva per l’uomo e in Cina ci sono oltre 53mila neonati ammalati ai reni per avere consumato questo prodotto, di cui circa 13mila ricoverati e almeno 4 morti. E’ significativo che il prodotto sia stato ancora trovato presso le fabbriche dopo che lo scandalo è esploso già da tre settimane.

Dopo che sono state coinvolte le principali ditte cinesi (produttrici di circa il 60% del latte fresco e di gran parte del latte in polvere), in tutto il mondo sono stati banditi o sottoposti a rigide analisi i prodotti cinesi contenenti latte. Ma molte marche famose, anche occidentali, hanno stabilimenti in Cina, oppure fanno uso di latte in polvere e crema cinesi. Ieri il colosso britannico Cadbury ha richiamato 11 suoi tipi di cioccolato prodotti a Pechino e distribuiti a Taiwan, Hong Kong e in Australia, che sono risultati contenere melamina. La società precisa che questi prodotti non sono distribuiti in altri Paesi.

L’Unione europea nel 2007 ha importato dalla Cina circa 19.500 tonnellate di prodotti dolciari, tra caramelle, cioccolati e biscotti. Mente gli Usa hanno importato nel 2008 circa 900mila chilogrammi di proteine derivate dal latte, la caseina, utilizzata come ingredienti di molti cibi.

In Indonesia sono in corso accertamenti sui biscotti Oreo della Kraft Foods e sulle pasticche M&Ms e gli Snickers della Mars, fatti in Cina e che conterrebbero alte quantità della sostanza. Sebbene le due ditte Usa hanno precisato che le stesse marche sono risultate in regola in altri Stati asiatici e parlano di “prodotti contraffatti”.

Il 26 settembre l’Amministrazione Usa per alimenti e medicine ha avvertito di non consumare sette marche di caffé istantaneo e di tè al latte della linea Mr. Brown, che la King Car Food Industrial Co. Ltd produce in Cina dalla Shandong Duqing Inc. e che ha ritirato dal mercato “per la possibilità di contaminazione con melamina” nella crema. Nei giorni precedenti le autorità della Nuova Zelanda hanno avvertito che nella diffusa caramella White Rabbit Creamy Candy (apprezzata in oltre 50 Paesi e molto popolare in Cina) sono stati trovati “alti livelli” della sostanza.

Nei giorni precedenti, a Hong Kong la Heinz Foods ha ritirato la sua zuppa di cereali per bambini nella quale ha riscontrato tracce di melamina. A Taiwan la Pizza Hut ha trovato la sostanza nel suo formaggio, peraltro fornitole dalla taiwanese Kaiyuan Company, la cui fonte non è nota. La preoccupazione è grande soprattutto a Taiwan e nella Corea del Sud (ma anche in Giappone), Paesi che usano in grande misura creme e latte in polvere cinese per i loro prodotti: come lo snack Misarang Custard (nella foto) della coreana Haitai Confectionary, per il quale le autorità sanitarie hanno ordinato di sequestrare e distruggere l’intera quantità in circolazione.

A Hong Kong è stata trovata melamina anche in crackers e cereali per bambini. Fonti di stampa hanno detto che c’era persino in marche di latte per bambini della Nestlé - anche se in quantità "non nociva" - e il prodotto è stato tolto dagli scaffali. Ma la ditta svizzera ha smentito la contaminazione.

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