A Palmira “pieno controllo” dell’esercito siriano. Ginevra in stallo dopo il "catastrofico" Obama
Le forze governative, sostenute dai russi, hanno strappato per la seconda volta la storica città allo Stato islamico. A Ginevra la delegazione di Damasco accusa le opposizioni di tenere in “ostaggio” i colloqui di pace. Il fronte anti-Assad guarda a Trump e alla nuova amministrazione Usa dopo le “catastrofiche” politiche di Obama nella regione.
Damasco (AsiaNews/agenzie) - Le forze governative siriane, sostenute dai raid aerei dell’aviazione russa, hanno riassunto il “completo controllo” della storica città-simbolo di Palmira; si tratta di uno dei luoghi in cui la devastazione jihadista si è accanita di più in Siria, strappandola per la seconda volta ai miliziani dello Stato islamico. L’esercito e le milizie filo-governative sono penetrate nel centro della città, dopo aver strappato nei giorni scorsi il controllo di un quartiere nel settore occidentale della città dal dicembre scorso nelle mani dello SI.
Ieri sera l’ambasciatore siriano alle Nazioni Unite Bashar al-Jaafari ha confermato la ripresa di Palmira. Egli ha sottolineato che la città è stata “liberata dalle mani dell’organizzazione terrorista”; il presidente Bashar al-Assad, ha aggiunto, ha mantenuto la promessa di cacciarli.
A gennaio immagini satellitari hanno confermato le devastazioni compiute da Daesh [acronimo arabo per lo Stato islamico, SI], che hanno distrutto il tetrapilo e parte dell’antico teatro romano. Per la leader dell’Unesco Irinia Bokova le distruzioni costituiscono un “nuovo crimine di guerra”.
Intanto proseguono senza risultati di sorta i colloqui di pace fra governo siriano e gruppi di opposizione patrocinati dalle Nazioni Unite, in corso di svolgimento a Ginevra (Svizzera). Ieri la delegazione governativa ha accusato l’Alto comitato per i negoziati (Hnc), i membri dell’opposizione sostenuti dai sauditi, di tenere in “ostaggio” i colloqui. Il rifiuto di inserire il capitolo terrorismo in agenda, affermano i governativi, farà fallire l’appuntamento e la responsabilità ricadrà sulle opposizioni. “I progressi nel cammino di Ginevra - ha affermato Bashar al-Jaafari - non possono essere ostaggio della piattaforma di Riyadh”.
Di contro, i leader Hnc guardano a Washington e auspicano che il nuovo inquilino della Casa Bianca possa giocare un ruolo “positivo” per mettere fine alla guerra, sovvertendo le politiche “catastrofiche” del predecessore Barack Obama. L’amministrazione guidata da Donald Trump ha confermato che la priorità in Siria è combattere lo SI e gli altri gruppi jihadisti.
Nasr al-Hariri, capo delegazione Hnc, ha sottolineato che “il popolo siriano sta pagando [ancora oggi] il prezzo degli sbagli catastrofici commessi dall’amministrazione Obama” che ha perduto negli ultimi anni il “ruolo” di guida nella regione mediorientale.