27/04/2005, 00.00
VATICANO
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Prima udienza del papa: Benedetto, un programma per la riconciliazione e la rinascita dell'Europa

Città del Vaticano (AsiaNews) - Prima udienza generale di Benedetto XVI in piazza San Pietro. Il nuovo pontefice ha incontrato i fedeli e pellegrini dall'Italia e dal mondo. E' dal 26 gennaio scorso che non si svolgeva un'udienza generale di questo tipo, l'ultima di Giovanni Paolo II.

Nella sua prima udienza, strutturata in modo simile a quelle di Giovanni Paolo II, il papa ha ringraziato "il popolo di Dio" per il sostegno che riceve nel suo ministero, a cui è stato chiamato con "stupore e gratitudine".

Egli ha poi spiegato anzitutto i motivi per cui ha scelto il nome "Benedetto". Il primo è legato a Benedetto XV, "coraggioso e autentico profeta di pace", che ha lottato per evitare la guerra e poi "per limitarne le conseguenze nefaste".  "Sulle sue orme – ha spiegato Benedetto XVI - desidero porre il mio ministero a servizio della riconciliazione e dell'armonia tra gli uomini e i popoli, profondamente convinto che il grande bene della pace è innanzitutto dono di Dio, dono fragile e prezioso da invocare, tutelare e costruire giorno dopo giorno con l'apporto di tutti".

Il secondo motivo è riferito al "Patriarca del monachesimo occidentale", Benedetto da Norcia. Egli, molto venerato anche in Germania, "costituisce un fondamentale punto di riferimento per l'unità dell'Europa e un forte richiamo alle irrinunciabili radici cristiane della sua cultura e della sua civiltà".

Il papa ha subito precisato che il richiamo alle radici cristiane del continente europeo avviene attraverso la rinascita dell'amore a Cristo, secondo i dettami dello stesso san benedetto: "All'inizio del mio servizio come Successore di Pietro chiedo a san Benedetto di aiutarci a tenere ferma la centralità di Cristo nella nostra esistenza. Egli sia sempre al primo posto nei nostri pensieri e in ogni nostra attività!".

Il papa ha ricordato Giovanni Paolo II che nel programma della Chiesa per il terzo millennio aveva chiesto alle comunità cristiane di divenire una scuola di preghiera di adorazione e di rapporto con Gesù Cristo, "fino ad un vero invaghimento del cuore" (Novo Millennio Ineunte, n. 33). Sulla scia di Giovanni Paolo II e per un addestramento alla preghiera,  papa Benedetto XVI ha deciso di continuare come tema delle udienze i commenti ai salmi e ai cantici dei vespri, già iniziati dal suo predecessore.

Dopo il riassunto della sua catechesi in diverse lingue, fatto dai suoi collaboratori, Benedetto XVI ha rivolto il saluto ai fedeli in tedesco, inglese, francese, spagnolo, polacco, e italiano. L'udienza si è conclusa con il canto del Padre Nostro e la benedizione apostolica, rivolta ai "cari amici".

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