15/09/2006, 00.00
TURCHIA-VATICANO
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Nazionalisti islamici turchi in campo contro la visita di Benedetto XVI

di Mavi Zambak

I media che avevano passato sotto silenzio l'intero viaggio in Germania, ora pubblicano solo una citazione contro l'islam usata da papa Ratzinger, indicata come esempio di ciò che c'è da aspettarsi dalla visita di un anti-islamico in Turchia. Definito nei particolari il programma del viaggio.

Ankara (AsiaNews) - E' finita la consegna del silenzio con la quale, fino a ieri, giornali e televisioni turche avvolgevano la visita di Benedetto XVI in Turchia, a fine novembre: oggi c'è spazio per il Papa, per sostenere che il mondo musulmano vuole le sue scuse per "avere legato Islam e violenza". In certo modo, nei giorni scorsi, mons. Luigi Padovese, vicario apostolico dell'Anatolia, aveva previsto quanto sta accadendo.  "Come per la morte e il funerale di Giovanni Paolo II – sosteneva – i mass media porranno l'accento soprattutto su dettagli e temo che il senso profondo e consistente della sua visita quaggiù non sarà realmente rilevato. Certamente coloro che non cercano il dialogo ma la contrapposizione e la conferma alle proprie idee e calunnie, sapranno trovare un gesto o un'espressione per rinfocolare la propaganda anticristiana che si è fatta sempre più spinta in questi ultimi mesi". Così, del viaggio in Germania, giornali e tv non avevano parlato, mentre ora estrapolano la frase citata dal Papa: "Mostrami pure ciò che Maometto ha portato di nuovo, e vi troverai soltanto delle cose cattive e disumane, come la sua direttiva di diffondere per mezzo della spada la fede che egli predicava"... per lanciare polemiche su Benedetto XVI, papa conservatore anti-islamico...  e su cosa c'é da attendersi sulla sua venuta in Turchia.

Finora, il culmine era rappresentato dalla pubblicazione di un romanzo – che, uscito in sordina lo scorso maggio, a fine agosto era già alla seconda edizione, è nella classifica dei libri più venduti in Turchia su Internet e rischia presto di essere di nuovo esaurito – dal titolo significativo: "Attentato al Papa: Chi assassinerà ad Istanbul Benedetto XVI?".

Il romanzo, più di trecento pagine, scritto da Yucel Kaya, novello autore di gialli, racconta di intrighi internazionali dell'Opus Dei, della P2 e dei servizi segreti turchi – tutti contrari, secondo lo scrittore, all'unione della Chiesa cattolica con quella ortodossa - che porteranno il giornalista italiano Oriano Ciroella ad assassinare il Papa durante la sua prima visita in Turchia. Sicuramente questa opera rientra tra le tante spy story alla Codice da Vinci, così di moda in questi anni, ma, come ben sottolinea mons. Luise Pelatre – vicario apostolico di Istanbul – "Tutto ciò è triste e inquietante nello stesso tempo".

La trama di questo romanzo, che si rifà anche a riferimenti reali e circostanziati, mette bene in evidenza le contraddizioni della società turca. In contrapposizione ad un settore che guarda sempre più con interesse e apertura alla democrazia e ai valori occidentali e cerca un dialogo culturale con l'Europa, c'è una frangia antioccidentale che in questo ultimo periodo ha fatto della propaganda anticristiana un vero e proprio imperativo. 

Già è capitato che mente fragili e fanatiche siano state spinte dalla propaganda a gesti inconsulti, come chi ha ucciso don Andrea il 5 febbraio o ha cercato di accoltellare p. Pierre il 3 luglio di questo stesso anno, l'augurio è che questo libro non contribuisca a mettere strane idee nella testa di qualche nuovo Alì Agca o che non provochi un'ulteriore escalation d'intolleranza nei confronti della minoranza cristiana.

Il munzio apostolico mons. Antonio Lucibello tranquillizza: "Dobbiamo collocare questa narrazione per quello che rappresenta. Si tratta di una finzione letteraria e come tale dobbiamo prenderla. Restiamo fiduciosi e prudenti, anche perché contiamo sul governo turco che sta facendo di tutto per garantire la massima sicurezza al Papa, organizzando la sua visita fin nei minimi particolari".

In effetti, il programma del viaggio apostolico ormai è ufficiale e lunedì 18 settembre i membri della CET (Conferenza Episcopale Turca) si riuniranno ad Istanbul per definirne gli ultimi particolari organizzativi.

Due le novità, per altro già emerse dalle indiscrezioni: la prima riguarda il prolungamento di un giorno della presenza del Pontefice sul territorio della Mezza Luna: si fermerà ad Istanbul, infatti, anche il primo dicembre (il precedente programma prevedeva solo dal 28 al 30 novembre), giornata aggiunta solo all'ultimo. E' mons. Padovese che ne spiega il perché: "Il Papa si è reso conto che il tempo era stretto e soprattutto che non c'era in programma nessun incontro con i fedeli cattolici. E loro stessi si erano lamentati perché gli organizzatori del viaggio non erano riusciti a fissare un appuntamento tutto per loro nella fitta agenda del Santo Padre. Così sarà dedicata soprattutto a loro la mattinata di venerdì 1 dicembre, durante la quale potranno incontrare il Pontefice e potranno partecipare alla Messa da lui presieduta, che si terrà nella cattedrale Santo Spirito a Istanbul ovviamente con la presenza di tutte le autorità religiose e i vescovi della Turchia".

E a conclusione del suo viaggio, lo stesso giorno, Benedetto XVI visiterà il museo storico di Santa Sofia. Imponente basilica che fino al 1453 è stata il simbolo più sublime della cristianità in Oriente fu per 916 anni chiesa, poi moschea e infine, sconsacrata per ordine di Ataturk nel 1935, ora è a tutti gli effetti un museo, oggetto di polemiche da parte dei nazionalisti che la rivendicano come luogo di culto islamico. Visita, questa che - avendo suscitato perplessità nei turchi timorosi che il Pontefice ne volesse la rivendicazione cristiana o pretendesse di pregarci dentro  - avverrà in forma privata e tenendo ben presente che si tratta di un museo e va rispettato secondo la volontà di chi come tale lo ha istituito, garantendo così l'accesso ad ogni credente, ma senza manifestazioni religiose pubbliche.

Seconda novità: la tappa ad Efeso, e più precisamente alla Casa della Madonna, il 29 novembre.

Si ipotizzava che avrebbe potuto trascorrere questa giornata a cavallo tra l'incontro con le autorità civili ad Ankara e quelle religiose ad Istanbul, a Trabzon – la città sul Mar Nero dove è stato assassinato lo scorso inverno don Andrea Santoro e fu proprio grazie a questo tragico evento che si sbloccò  l'invito del Papa in questa terra da parte del presidente della repubblica turca. Altra possibilità era Antiochia – città nel sud della Turchia, dove per la prima volta i discepoli di Gesù furono chiamati cristiani – dove avrebbe potuto dare un forte segno di dialogo ecumenico incontrando contemporaneamente i cinque patriarchi d'Oriente che detengono il nome di "antiocheni" (Greco ortodosso – Siriano ortodosso – Melchita – Maronita  - Siriano cattolico).

E' stata scelta invece Meryem Ana, la piccola casa su una collina a picco sul mar Egeo dove la tradizione vuole che Maria abbia trascorso gli ultimi anni della sua vita e da lì sia stata assunta al cielo. Presso questo santuario mariano nazionale il Pontefice si raccoglierà in preghiera, in continuità con la tradizione dei suoi predecessori Paolo VI e Giovanni Paolo II.

Queste le altre tappe significative. Il primo giorno (28 novembre) sarà dedicato alle autorità politiche: non ci sarà nessuna cerimonia di benvenuto all'aeroporto di Ankara, che sarà invece al palazzo presidenziale, dove incontrerà il presidente turco Ahmet Necdet Sezer. E avrà un incontro privato anche con il primo ministro Recep Tayyip Erdogan e il corpo diplomatico. Lungo il tragitto si recherà anche al mausoleo di Ataturk, per omaggiare il padre della Turchia, fondata nel 1923 sulle ceneri del vecchio e decadente impero Ottomano.

Mentre la sera del 29 novembre il Pontefice avrà un udienza privata con il Patriarca greco ortodosso Bartolomeo I dopo una preghiera nella chiesa patriarcale di san Giorgio, il 30 novembre, festa di sant'Andrea, il santo Padre assisterà alla solenne divina liturgia presieduta dal Patriarca, al termine della quale sarà firmata una dichiarazione congiunta.

"Non si sanno i contenuti di questa dichiarazione – afferma mons. Padovese – ma sicuramente sarà un ulteriore passo nel dialogo ecumenico, alla ricerca di quell'unità, già iniziata con la ripresa dello scorso autunno dei lavori della Commissione del dialogo teologico tra la Chiesa cattolica e quella ortodossa, voluta da Giovanni Paolo II durante il suo viaggio in Turchia nel 1979".

Questo dialogo che si estende anche tutte le Chiese sorelle d'Oriente, avrà come ulteriore gesto significativo la visita del Pontefice anche a Mesrob II, il Patriarca armeno, pastore della comunità cristiana da sempre presente in Turchia e ancor oggi, nonostante tutto, numerosa e viva.   

Dunque, questa viaggio apostolico, che ha una forte impronta ecumenica, suscita grande attesa da parte di tutti i cristiani. "Sicuramente questa visita – prosegue il vicario apostolico dell'Anatolia -  sarà una preziosa occasione per animare le comunità cristiane nella consapevolezza della loro identità e contemporaneamente per dimostrare la vicinanza e l'interessamento del Santo Padre alla situazione in cui si trovano le Chiese di Turchia. E' il primo viaggio del Pontefice in un Paese a prevalenza musulmano, ma che si ispira alla laicità. Quella del Papa sarà una voce forte che parlerà non solo alla Turchia ma al mondo intero circa i rapporti islam cristianesimo e il disagio che ancor oggi, e forse oggi più di prima, vivono i cristiani proprio in questo territorio e in tutto il Medio Oriente".  

 

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