09/10/2012, 00.00
VATICANO
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Il Sinodo prega per la pace in Siria

Le difficoltà, ma anche le speranze, dell'annuncio del Vangelo oggi nel mondo filo conduttore di numerosi interventi di oggi, nei quali hanno preso la parola rappresentanti delle varie realtà continentali. Card. Gracias, nella cultura asiatica, "la religione è più il discepolato di una persona che l'adesione a una dottrina o l'obbedienza a una serie di regole".

Città del Vaticano (AsiaNews) - Il Sinodo prega per la Siria. I lavori dell'odierna giornata si sono infatti aperti con una meditazione di monsignor Joseph Absi, arcivescovo titolare dei greco-melchiti di Siria, alla quale ha fatto seguito l'annuncio di mons. Nikola Eterovic che i Padri pregheranno per la pace e la riconciliazione del Paese, aderendo una richiesta avanzata dai vescovi siriani.

Affrontando poi il tema di questa XIII assemblea generale, "La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana", la necessità di testimoniare la fede con la propria vita, della quale ha parlato ieri il Papa, ha trovato eco oggi al Sinodo sulla nuova evangelizzazione nelle parole del  cardinale Oswald Gracias, arcivescovo di Mumbay e segretario generale della "Federation of Asian Bishops' Conferences". Nella cultura asiatica, "la religione è più il discepolato di una persona che l'adesione a una dottrina o l'obbedienza a una serie di regole". "L'adesione a una dottrina nasce - spiega il card. Gracias - come il frutto dell'essere discepolo di un maestro".

Esaminando la realtà del Continente, il porporato ha evidenziato come "le sfide che dobbiamo affrontare  sono immense. Ma le possibilità sono grandi. La giovane Asia è benedetta da un'esplosione di comunicazioni senza precedenti. Ciò non va visto come una minaccia, bensì come un gran dono di Dio, da usare per diffondere la Buona novella".

Le difficoltà, ma anche le speranze, dell'annuncio del Vangelo oggi nel mondo hanno fatto da filo conduttore di numerosi interventi di oggi, nei quali hanno preso la parola rappresentanti delle varie realtà continentali.

"In Africa - ha riferito il cardinale Polycarp Pengo, arcivescovo di Dar-es-Salaam in Tanzania e presidente del Simposio delle conferenze episcopali di Africa e Madagascar - vi sono elementi culturali che impediscono una vera evangelizzazione. Tra questi elementi si possono citare i perenni conflitti su base tribale, le malattie, la corruzione, il traffico di esseri umani, l'atrocità degli abusi sui bambini e la violenza nei confronti dei minori e delle donne". Secondo il presidente del SECAM, "un altro ostacolo che la Nuova evangelizzazione in Africa non deve trascurare è l'attualità del fondamentalismo islamico nel continente. A tale riguardo, gli evangelizzatori devono affrontare la difficoltà di dialogare con la grande maggioranza di bravi musulmani, che però non si esprimono, e con i piccoli gruppi di fondamentalisti, che non sono disposti ad accettare nemmeno la verità oggettiva che viene contrapposta alla loro posizione preconcetta".

Il cardinale ha poi evidenziato il rischio di impoverire l'Africa "importando" il suo clero in altri Continenti che soffrono della crisi delle vocazioni: "la Chiesa in Africa viene privata degli evangelizzatori più qualificati, mentre la Chiesa occidentale, ricca dal punto di vista materiale, riceve evangelizzatori il cui obiettivo principale è il guadagno materiale".

In Europa "la gente oggi ha fame e sete di speranza", sebbene, rileva il cardinale Peter Erdo, presidente del Consiglio delle conferenze episcopali europee (Ccee), il Continente appaia come fiaccato da tre fattori negativi: "il calo demografico e l'invecchiamento della popolazione, la crisi economica e l'indebolimento dell'identità culturale e religiosa". Tra le iniziative prese dalla Chiesa  "per rispondere alla crisi familiare, si è potuta persino intraprendere la visita di tutte le famiglie cattoliche nel nome della parrocchia, con l'incarico del vescovo". "Molti laici - rileva - ricevono ora la formazione per questa missione".

"La Nuova Evangelizzazione - secondo il presidente del Consiglio episcopale latinoamericano (Celam), l'arcivescovo messicano Carlos Aguiar Retes  - esige la comunione ecclesiale Per raggiungere la Nuova evangelizzazione e trasmettere la fede alle nuove generazioni, la Chiesa deve farsi in tutta onestà un esame di coscienza sul modo di vivere la fede". Per questo "anche se indispensabile, l'organizzazione istituzionale della Chiesa non è sufficiente: gran parte dell'umanità di oggi non ritrova il Vangelo nell'evangelizzazione permanente della Chiesa"".

 

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