23/12/2003, 00.00
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Lettera da Gerusalemme: La Pace sia con voi. Non temete!

di Mons. Pietro Sambi, Delegato Apostolico di Gerusalemme

Gerusalemme (AsiaNews) - Una quarantina di carri armati e blindati israeliani sono entrati stamattina presto nel campo profughi di Rafah, vicino alla striscia di Gaza, facendo 3 morti e 20 feriti. L'esercito israeliano ha precisato che il raid rientra nel quadro delle operazioni per scoprire e distruggere tunnel che dall'Egitto permettono di introdurre armi a Gaza. Ieri, nel corso di uno scontro a Gaza, una granata è caduta su un gruppo di militari israeliani, uccidendone 2. Intanto il Ministro degli esteri egiziano Ahmed Maher, rientrato al Cairo, ha dichiarato che l'incidente di cui è stato vittima ieri alla moschea di Al Aqsa non avrà "alcun impatto sull'essenza della politica egiziana… Stiamo lavorando per far sì che il popolo palestinese riguadagni i suoi diritti". Ieri, all'uscita della moschea, Maher è stato attaccato da alcuni dimostranti appartenenti a un gruppo islamico radicale chiamato "Movimento di Liberazione Islamico".

Tutte queste notizie sembrano provare in profondità la volontà di pace che esiste in Terrasanta. In un'inchiesta pubblicata ieri sul Jerusalem Post, il sostegno dei palestinesi verso chi usa violenza contro soldati e coloni dei territori Occupati è dell'87%. Ma sebbene vi sia un alto sostegno alla violenza, circa l' 83% è favorevole alla mutua cessazione della violenza  e il 73% sostiene che continuare le violenze impedisce il ritorno ai negoziati.

La confusione regna anche nel campo israeliano. Ieri alcuni soldati di Tsahal (l'esercito israeliano) sono stati condannati ad Haifa per essersi rifiutati di combattere contro i palestinesi. Diserzioni e rifiuti a combattere divengono sempre più comuni fra  soldati e ufficiali, pur considerati "patrioti" e amanti di Israele.

Nel groviglio contraddittorio di sentimenti e di scelte, nell'aspra stagnazione che regna in Terrasanta, abbiamo chiesto a Mons. Pietro Sambi, Delegato Apostolico di Gerusalemme e Palestina, di offrirci alcune piste per costruire la pace ed avere speranza.

Natale in Terrasanta è un'esperienza sempre nuova: ogni anno siamo spinti ad approfondire la fede e a renderla operante.

Inginocchiarsi sul luogo della Natività è un'emozione sempre nuova. Qui Dio si è fatto vicino all'uomo con amore. Ed è un amore che salva.

A Natale, l'amore di Dio, ci stimola all'amore verso l'umanità, proprio sull'esempio di Dio fatto uomo per amore.

Natale fa emergere il contrasto fra la logica di Dio e la logica dell'uomo, soprattutto quando l'uomo produce nel suo simile sofferenza, umiliazione, perdita della vita. Natale invece è la festa della Vita.

Ma chiudersi nelle lamentele e nelle denunce delle contraddizioni è inutile: occorre attuare con maggior forza e convinzione i 4 pilastri della pace suggeriti da Giovanni XXIII nella Pacem in Terris:

 

-         verità: ogni guerra, ogni conflitto si prepara e si sostiene nella menzogna;

-         giustizia: il sacrosanto diritto di difendere i propri diritti va di pari passo con l'accettazione e il riconoscimento dei diritti degli altri;

-         amore, una parola assente dal linguaggio della diplomazia e della politica. Ogni conflitto ha bisogno dell'odio di uno contro l'altro. L'amore è un cammino obbligato per ristabilire la pace;

-         libertà: un individuo, un popolo oppresso si carica di una tale sete di rivincita o di vendetta, da rendere difficile la pace per generazioni.

 

Per diventare operatori di pace non basta pronunciare questa parola: bisogna incarnare, vivere, diffonder questi  4  pilastri.

 

Natale ci dà anche una certezza che viene dall'alto: l'amore è più forte dell'odio; la verità più forte della menzogna; la giustizia è più forte della violenza; la libertà è più potente della repressione. Tutto questo vissuto e creduto profondamente, comunicato con amore nei gesti  nelle parole.

 

Nel domandare pace per Gerusalemme, vorrei ricordare quanto Giovanni Paolo II ha gridato da Betlemme durante il suo pellegrinaggio in Terrasanta nel marzo 2000:

"Oggi, dalla Piazza della Mangiatoia proclamiamo con forza in ogni tempo, in ogni luogo e ad ogni persona: La Pace sia con voi. Non temete!".

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