12/06/2014, 00.00
IRAQ

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Continua l'avanzata dei militanti islamici: dopo Mosul, Tikrit, Kirkuk, Samarra e Baghdad

Gli estremisti dello Stato islamico dell'Iraq e del Levante (Isis) hanno preso in ostaggio 49 turchi, fra cui anche il console di Mosul. Timori per un abbassamento della produzione di greggio. I Peshmerga difendono Kirkuk; Moqtada al-Sadr prepara i suoi miliziani sciiti per combattere l'Isis. Anche Stati Uniti e Iran offrono aiuti all'Iraq per combattere il terrorismo.

Baghdad (AsiaNews/Agenzie) - I ribelli jihadisti dello Stato islamico dell'Iraq e del Levante (Isis) stanno spronando i loro gruppi ad avanzare verso Samarra e Baghdad, dopo aver conquistato la città di Mosul e alcune aree della provincia di Ninive e delle città di Kirkuk e Salaheddin.

Alla crisi umanitaria intorno a Mosul - dove circa 500mila persone, cristiani e musulmani, sono fuggite - si aggiunge una crisi diplomatica ed economica.  L'Isis ha preso in ostaggio 49 turchi al consolato di Turchia a Mosul, fra essi vi è anche il console, membri delle forze speciali e 31 autisti di camion.

L'Isis, un gruppo legato ad Al Qaeda in passato, progetta lo stabilirsi di un califfato che unisca Siria, Iraq e Medio oriente, combattendo la divisione in Stati ad opera degli antichi poteri coloniali di Francia e Gran Bretagna alla fine della prima guerra mondiale. Ieri sul web sono circolate fotografie in cui sedicenti membri dell'Isis cancellavano le barriere al confine fra Siria e Iraq.

L'Isis è anche uno dei più forti gruppi sunniti estremisti che combattono il presidente Assad in Siria, responsabili di viiolenze verso cristiani e musulmani considerati troppo tiepidi per il loro fondamentalismo ispirato alla sharia.

I combattimenti a Mosul rischiano di crerare anche una crisi petrolifera: da mesi, a causa delle incursioni dell'Isis nel nord dell'Iraq, le riparazioni sull'oleodotto che collega i campi petroliferi di Kirkuk a Ceyhan (Turchia) sono interrotti. Anche se il governo di Baghdad assicura che tutto il greggio irakeno viene trasportato via mare dal Golfo, vi sono timori di una drastica riduzione della produzione.

L'avanzata dell'Isis in Iraq sembra inarrestabile. Nei gorni scorsi a Mosul, esercito e polizia si sono dileguati davanti ai militanti. Il premier Noori al-Maliki ha chiesto al parlamento di dichiarare lo stato di emergenza e ha domandato alla popolazione e a volontari di ricacciare gli estremisti. Una prima risposta è venuta da Moqtada al-Sadr, un religioso sciita conosciuto per la sua violenza durante la guerra civile del 2006. E' possibile che il suo intervento accresca la tensione fra sunniti e sciiti nel Paese, già diviso a causa della politica anti-sunnita di al-Maliki. Da parte loro, le autorità kurde, che controllano la parte nord dell'Iraq, hanno dispiegato un maggior numero di combattenti Peshmerga per rafforzare la difesa soprattutto a Kirkuk.

Mentre il portavoce dei ribelli, Abu Mohammed al-Adnani, spinge a conquistare Samarra e Baghdad, il Consiglio di sicurezza dell'Onu ha condannato la conquista di Mosul e espresso la sua preoccupazione per la situazione della popolazione.

Gli Stati Uniti - che dopo l'invasione dell'Iraq nel 2003 hanno mantenuto truppe nel Paese fino al 2011 - hanno condannato gli attacchi dell'Isis e hanno offerto sostegno al governo irakeno. Non è ancora chiaro se tale aiuto sarà di tipo aereo per raid contro basi ribelli, per addestrare truppe irakene, per far tornare soldati Usa in Iraq.

A Teheran, Javad Zarif, ministro degli esteri, ha dichiarato che l'Iran è disposto "a offrire il suo sostegno al governo e al popolo irakeno contro il terrorismo".

 

 

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