21/04/2005, 00.00
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Il Primo ministro cinese riafferma le pre-condizioni per i rapporti col Vaticano

Pechino (AsiaNews) – Il primo ministro Wen Jiabao ha detto oggi che la Cina vorrebbe costruire rapporti col Vaticano ma solo se il nuovo papa rompe i legami con Taiwan e se il Vaticano accetta di "non interferire" negli affari interni della Cina. In una conferenza stampa insieme al premier francese Jean–Pierre Raffarin, in visita a Pechino, Wen ha precisato che "il Vaticano deve riconoscere che c'è una sola Cina al mondo, e che non può interferire negli affari interni cinesi".

I commenti di Wen ricalcano le precondizioni dette da vari portavoce alla morte di Giovanni Paolo II e immediatamente dopo l'elezione di papa Benedetto XVI. Ma è la prima volta che  un leader cinese fa questa affermazione in pubblico. Secondo alcuni osservatori questo è un segno che la Cina non può più fare a meno di affrontare la questione.

Le richieste di Pechino sono le stesse da almeno 20 anni. In passato, la Segreteria di Stato vaticana e di recente il vescovo di Hong Kong, mons. Joseph Zen hanno ribadito che il problema di Taiwan è facilmente risolvibile, ma che la Chiesa cattolica necessita garanzie di piena libertà religiosa, in particolare sulla nomina dei vescovi cinesi e sulla funzione dell'Associazione Patriottica, l'organismo di controllo delle Chiese da parte del Partito comunista.

Ieri il nuovo papa Benedetto XVI, nel messaggio diffuso alla fine della messa nella cappella Sistina ha sottolineato che  egli vuole proseguire il dialogo "con le diverse civiltà, perché dalla reciproca comprensione scaturiscano le condizioni di un futuro migliore per tutti".

Per molti cattolici in Cina, la scelta del nome, Benedetto XVI, è un segno di speranza. Benedetto XV fu un papa molto impegnato per la missione della Chiesa e si battè per far nascere  seminari attenti alla cultura locale in Cina. Il suo impegno portò alle prime ordinazioni episcopali, avvenute nel 1926, durante il pontificato di Pio XI.

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