07/01/2005, 00.00
SRI LANKA
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Stop alle adozioni in Sri Lanka

Portavoce del primo ministro e presidente della National Child Protection Authority avvertono: in aumento i casi di bambini rapiti. In India pressioni sul governo per vietare adozioni degli orfani dello tsunami.

Colombo (AsiaNews/Agenzie) – Il governo dello Sri Lanka ha bloccato le adozioni dei bambini vittime dello tsunami. La decisione è motivata dalle preoccupazioni sulla possibilità che gli orfani della tragedia del 26 dicembre possano essere sfruttati da bande criminali per commercio sessuale o traffici illeciti.

Un portavoce del governo, Managala Samaraweera, ha detto che “adottare un bambino vittima dello tsunami per ora è illegale, anche per i cingalesi”. Il portavoce ha fatto sapere che bisognerà attendere nuovi provvedimenti governativi in materia e che “neppure i parenti possono prendere con sé gli orfani senza il permesso delle autorità”.

Migliaia di bambini hanno dovuto lasciare le loro case o hanno perso i genitori durante il maremoto; la paura è che possano essere caduti nella rete di criminali pronti a venderli al mercato del sesso o delle adozioni illegali. Lalith Weeratunga, segretario del primo ministro Mahinda Rajapakse, ha confermato che si sono verificati casi di scomparse: “i quotidiani sono pieni di annunci per trovare bambini con testimoni che hanno assistito al rapimento”. “C’è ancora molto da fare per assicurare la salvezza di questi bambini – ha detto il segretario – nel paese sono più di 9 mila i minori colpiti dal disastro”.

Conferma arriva dal presidente della National Child Protection Authority dello Sri Lanka - organismo governativo che si occupa della tutela dei minori - il quale avverte del preoccupante aumento di notizie di bambini scomparsi in ospedali e campi d'accoglienza nelle zone colpite.

Non ci sono cifre sul numero degli orfani in Sri Lanka; il governo sta compilando in questi giorni un censimento. Il bilancio provvisorio delle vittime nel paese è di 30.615 morti e 4.356 dispersi.

Intanto anche in India si preme per un provvedimento simile. Un gruppo di 60 organizzazioni per i diritti dei bambini ha chiesto al governo di vietare le adozioni dei bambini dello tsunami per almeno un anno. “Il governo indiano deve bloccare le adozioni dei piccoli dalle aree costiere per almeno un anno” ha detto Sheelu Francis del Tamil Nadu Women’s Collective Training. “Dietro l’adozione - ha avvertito l’attivista - si può celare un traffico di bambini rapiti per poi essere sfruttati in fabbriche o nel mercato sessuale”. Le autorità indiane ribadiscono la delicatezza dell’argomento e fanno sapere che non è stata presa ancora nessuna decisione a riguardo.

Pochi giorni fa, in Indonesia, dove le voci su traffici di bambini sono più insistenti, il governo ha bloccato le “autorizzazioni governative” all’adozione degli orfani di Aceh. I progetti di adozione partiranno solo dopo che saranno ultimate tutte le case di accoglienza per i bambini. (MA)

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