14/03/2020, 08.00
SRI LANKA
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'Preghiamo per i nostri migranti srilankesi colpiti dal coronavirus

di Melani Manel Perera

Vescovo: “Penso a tutti quelli che non hanno accesso alle cure mediche perché vivono in povertà”. I medici che si prendono cura dei malati rischiando di morire sono come “il Buon Samaritano”. In Sri Lanka scuole chiuse fino al 20 aprile.

Colombo (AsiaNews) – “Preghiamo per tutti i nostri connazionali, in particolare migranti e studenti, bloccati all’estero o malati di coronavirus”: è l’appello lanciato da mons. Raymond Wickramasinghe, presidente della Commissione per i migranti della Conferenza episcopale dello Sri Lanka (Cbcsl). Egli si rivolge a “tutte le persone di buona volontà a sentirsi tutt’uno con le vittime e a non escludere nessuno dei familiari. Preghiamo e lavoriamo per il loro veloce recupero e conforto”.

Il vescovo rivolge una “speciale attenzione” a tutti coloro che vivono in Paesi lontani, colpiti a vario livello dal contagio del Covid-19: Italia, Corea del Sud, Africa, Medio oriente e Thailandia. Essi, aggiunge, “hanno chiesto le nostre preghiere. Penso a tutti i nostri fratelli e sorelle nel mondo che non hanno accesso alle cure mediche perché vivono nella povertà. La mia speranza è che venga fatto ogni sforzo possibile per collaborare affinché tutti abbiano accesso ai dovuti trattamenti per tutelare e curare la loro salute”.

Per mons. Wickramasinghe, “dobbiamo rimanere uniti nella preghiera per le vittime e le famiglie che soffrono. Ci rivolgiamo a tutti coloro che hanno potere e autorità affinché mostrino solidarietà e cooperazione in vista in un futuro modellato sui [valori] di interdipendenza e responsabilità condivisa nell’intera famiglia umana”.

Il vescovo esprime un sincero ringraziamento per tutti gli operatori sanitari, medici e infermieri che “sono al servizio dei malati, spesso rischiando la propria sicurezza e salute. Li ringrazio dal profondo del cuore perché i loro gesti di tenerezza, amore e vicinanza, [come quelli] del Buon Samaritano, riflettono l’immagine di Cristo”.

“Non dimentichiamo – prosegue – i nostri medici, infermieri e personale ospedaliero che si stanno prendendo cura dei turisti e di quelli sottoposti a quarantena. Affido alla Beata Vergine Maria, Salute dei malati, tutti coloro che sopportano il fardello della malattia, insieme alle loro famiglie e agli operatori sanitari”.

Il presidente Gotabaya Rajapaksa ha chiesto la collaborazione di tutti i settori della società nel contrasto alla diffusione della pandemia, dopo la scoperta del secondo contagio locale (un uomo di 44 anni). Oltre alla quarantena imposta a tutte le persone che rientrano sull’isola e ai turisti provenienti da Italia, Corea del Sud e Iran, il Ministero dell’istruzione ha chiuso le scuole fino al 20 aprile. Gli istituti cattolici rispetteranno le stesse normative di quelli pubblici.

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