05/01/2005, 00.00
vaticano - asia
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Il Papa si unisce al lutto dell'Europa per le vittime dello tsunami

Città del Vaticano (AsiaNews) - Silenzio a mezzogiorno nell'aula Paolo VI, in Vaticano, quando il Papa e tutti i presenti si sono uniti al resto d'Europa, nella preghiera per le vittime dello tsunami in Asia. Già nel corso dell'udienza generale, per due volte Giovanni Paolo II aveva rivolto il suo pensiero a quanti hanno sofferto e stanno soffrendo in Asia. Il pensiero per le vittime ha infatti segnato l'inizio e la fine dell'incontro, già prima dei tre minuti di silenzio. Nel discorso rivolto ai presenti all'inizio dell'udienza generale, infatti, il Papa aveva posto sotto la protezione di Maria l'anno appena iniziato, "segnato da grande apprensione anche per la drammatica situazione che stanno vivendo le popolazioni del Sud-Est asiatico".  

Più tardi, verso la fine dell'incontro, al momento dei saluti nelle diverse lingue, rivolgendosi ai fedeli italiani aveva ricordato la giornata di lutto. "In Europa - aveva detto - la giornata odierna è dedicata al lutto per le numerose vittime del maremoto, che ha tragicamente colpito il Sud-Est Asiatico. Ancora una volta, chiedo a tutti di unirsi alla mia preghiera per i tanti morti e per le popolazioni in gravi difficoltà". Egli ha quindi intonato il Pater Noster, al quale si sono uniti gli 8000 presenti. Il terzo momento si è avuto mentre l'udienza generale era alla conclusione: un prelato ha annunciato la partecipazione di Giovanni Paolo II e di quanti erano presenti ai tre minuti di "silenzio e preghiera". Le mani giunte, il Papa è rimasto in preghiera per tre minuti, al termine dei quali sono stata recitati un Pater, un'Ave Maria ed un Requiem.

Più volte, già nei giorni scorsi il pensiero del Papa era andato a coloro che sono stati colpiti dallo tsunami: già il 26 aveva chiesto alla comunità internazionale di mobilitarsi per le popolazioni colpite; per loro, il 31 dicembre, ha celebrato la Messa di mezzanotte nella sua cappella privata; agli ambasciatori di quei Paesi "particolarmente colpiti in questi giorni dall'immane cataclisma abbattutosi su di essi", aveva rivolto uno "speciale saluto" durante la messa celebrata il primo gennaio per la Giornata mondiale della pace. Quello stesso giorno, all'Angelus aveva visto un segno di speranza nella "gara di solidarietà che si sta sviluppando in ogni parte del mondo. Su questo senso di umana solidarietà, oltre che sull'aiuto di Dio, si fonda la speranza di giorni migliori nel corso dell'anno che oggi si apre". Il giorno dopo, il 2 gennaio, aveva in qualche modo risposto ad un interrogativo che tanta gente si era posta di fronte a tanto dolore di innocenti. "Dio - aveva detto – non ci abbandona mai", anche nelle "prove piu' difficili e dolorose", come nelle "calamità che hanno colpito nei giorni scorsi il sudest asiatico" (FP)

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