26/12/2006, 00.00
THAILANDIA
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Dopo lo tsunami, l'impegno e la gratitudine della Chiesa thai

di Weena Kowitwanji
La diocesi di Surat Thani, una delle più colpite dall’onda anomala del 26 dicembre scorso, ha inaugurato la maggior parte dei progetti pensati per i sopravvissuti. Fra questi, un Centro di formazione professionale per ridare una speranza ai giovani.
Bangkok (AsiaNews) – Per ridare speranza ai sopravvissuti dello tsunami “è necessaria la premessa chiave del rispetto degli altri, senza distinzioni di cultura, religione o razza, basandosi solo sulla dignità umana, fondamento di solidarietà e pace. Solo così le opere create saranno durature”.
 
Lo dice ad AsiaNews mons. Joseph Prathan Sridarunsil, vescovo della diocesi di Surat Thani e presidente della Fondazione cattolica locale, che ha guidato i progetti di ricostruzione post tsunami nell’area.
 
A due anni dal devastante maremoto che ha colpito il Paese, la Chiesa thai può enumerare un buon numero di progetti portati a conclusione. Questo è stato possibile “solo grazie alla collaborazione ad ogni livello, che rende possibile a chi lavora insieme di portare a termine il proprio compito sotto l’amore e la compassione divina”.
 
L’aiuto della Chiesa “non si è concentrato solo sulle questioni materiali: la cosa più importante per noi è stata ed è tuttora il condividere l’amore e la compassione di Cristo tramite il dialogo ed il rispetto culturale e religioso”.
 
Fra i progetti conclusi dalla Fondazione vi sono l’assistenza finanziaria ad anziani e disabili; il rientro alla normalità economica dei pescatori, con la fornitura di nuove barche, oggetti per la pesca e riparazione dei danni alle imbarcazioni; l’assistenza psico-sociale alle famiglie colpite dallo tsunami tramite visite regolari, consulenze ed attività interne alle comunità; assistenza sanitaria, grazie all’opera congiunta dell’Ospedale di S. Luisa e quello camilliano, che hanno creato una clinica mobile ed infine istruzione e sviluppo, anche edilizio, delle zone colpite.
 
Il vescovo spiega che tutto questo è stato fatto “grazie all’aiuto dei donatori internazionali ed interni: l’unico progetto che deve essere ancora completato, con l’aiuto della Caritas internazionale, è il Centro socio-pastorale di Takuapa. Qui, grazie al contributo di una diocesi umbra, sarà costruita una cappella dedicata a Nostra Signora delle Grazie”.
 
Per p. Suwat Luengsa-ard, direttore del Centro, i problemi qui “sono molti: in particolare, portare avanti un lavoro pastorale che comprenda identità culturali, razziali e religiose differenti”. Nella zona, infatti, “dobbiamo affrontare alcuni preconcetti, come quello dell’aiuto dato in cambio della conversione. Noi abbiamo più volte spiegato che questa non è la nostra logica, ma i residenti hanno davanti l’esempio di alcuni gruppi che operano in questo modo e rendono vane le nostre spiegazioni”.
 
Nid Pramongkit, capo villaggio, ha parlato a favore della Chiesa cattolica: “Ho garantito personalmente a tutti gli abitanti che l’aiuto dei cattolici è disinteressato e li ho spinti a farne uso ma anche ad aiutarli nel loro lavoro”.
 
La Fondazione cattolica può vantare anche il varo di un progetto, co-sponsorizzato dalla diocesi irlandese di Meath, “pensato per dare una nuova speranza ai giovani sopravvissuti: il Centro per la formazione professionale dei giovani presso la chiesa di S. Agnese”.
 
Il padre stimmatino Philip Pornchai Techapitaktham, direttore del Centro, dice: “Le vittime, in questa zona, sono state numerosissime. Per i sopravvissuti, abbiamo pensato di creare 4 corsi di formazione professionale che possano aiutarli a ricostruirsi una vita. I corsi sono aperti a tutti, senza alcuna distinzione”.
 
Il Centro è stato inaugurato dall’arcivescovo Salvatore Pennacchio, Nunzio apostolico in Thailandia, e dall’arcivescovo di Meath, mons. Michael Smith: ora è già in funzione.
 
La diocesi di Surat Thani comprende 14 province meridionali del Paese, fra cui Stun, Pattani, Narathiwat e Yala. La popolazione totale è di quasi 9 milioni di persone: di queste, 7.400 sono cattoliche.
 
Lo tsunami del 26 dicembre 2004 ha interessato la maggior parte delle coste dell’Oceano Indiano.
Il numero totale di vittime accertate si aggira intorno a 226 mila, ma decine di migliaia di persone sono ancora date per disperse, mentre gli sfollati sarebbero tra i tre ed i cinque milioni.
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