20/07/2018, 11.37
ISRAELE-PALESTINA
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‘Ombra scura’ o ‘affermazione di un diritto divino’: gli israeliani e la nuova legge sullo Stato ebraico

Gli attivisti per i diritti umani attaccano: mina la democrazia e autorizza la discriminazione contro le minoranze. Rabbino: giusta risposta alla criminalizzazione del sionismo.

Gerusalemme (AsiaNews) – Una “giusta risposta” contro chi critica il sionismo o un’“ombra scura” su Israele: la nuova norma “Stato-nazione” divide il Paese fra chi l’applaude e chi la definisce la fine della democrazia israeliana.

Il progetto normativo è entrato ieri a far parte delle leggi “base” con un margine minimo di voti: 62 contro 55, dopo un dibattito parlamentare durato otto ore. AsiaNews ha raccolto alcuni commenti dal mondo ebraico-israeliano.

“Il passaggio della legge sullo Stato-nazione getta un’ombra scura su Israele”, commenta Hagit Ofran, attivista di Peace Now. “Con un solo colpo, la norma ha rimpiazzato in maniera ufficiale la nostra democrazia liberale in una di tipo etnico, codificando la supremazia e l’esclusiva autodeterminazione nazionale degli ebrei sulla minoranza arabo-palestinese”.

“La legge sullo Stato-nazione – continua – non riguarda la tutela dei diritti ebraici, riguarda il dominio sulle minoranze marginalizzate. Come ebrei e israeliani siamo intenzionati a combattere contro il progetto autoritario ed etnocratico del governo, per il bene dell’anima di Israele come società equa e coesiva”.

Simile la posizione dell’Association for Civil Rights in Israel (Acri), espressa dal suo portavoce Gilad Grossman: “La legge indebolisce la democrazia israeliana nell’autorizzare la discriminazione contro le minoranze, in particolare contro i cittadini arabi di Israele, includendo anche altri, la cui lingua, memoria collettiva e identità culturale è stata relegata a uno status di seconda classe. La norma, che è in essenza il preambolo di una futura costituzione, non tocca i problemi della democrazia e dei diritti umani, e mina in maniera evidente l’equilibrio fra le definizioni di Stato ‘ebraico’ e ‘democratico’”.

Alle voci di dissenso si affiancano gli applausi. Henri Noach, rabbino e guida turistica, afferma: “Credo che la legge sullo Stato-Ebraico riaffermi i principi fondamentali del sionismo. Primo fra tutti: la terra di Israele è il focolare nazionale del popolo ebraico”.

“E se qualcuno chiede – commenta – quale bisogno questa legge soddisfi, e ‘perché ora’? La mia risposta è: la costante e continua criminalizzazione del sionismo nello scenario mondiale – la negazione della legittima pretesa del popolo ebraico di autodeterminazione nazionale nella sua Terra Promessa da Dio – ha comprensibilmente e giustamente trovato la sua risposta appropriata, codificata in legge: Siamo tornati a casa!”

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