Sacerdote cattolico percosso a sangue in casa
di Nirmala Carvalho
Nel Bihar una decina di persone ha assalito in casa padre Michael, causandogli ferite e danni a un rene. E’ un sacerdote attivo e benvoluto. Cardinal Toppo: non abbiamo paura delle persecuzioni, ma le autorità debbono proteggerci dalle frequenti aggressioni di gruppi organizzati.

New Delhi (AsiaNews) – E’ stato percosso a sangue padre V. Michael, sacerdote cattolico della missione Chuhari a 8 chilometri dalla diocesi di Bettiah, nelle prime ore del 17 luglio. Secondo la polizia oltre 10 persone gli hanno invaso casa e lo hanno colpito con armi acuminate. Il sacerdote è stato ferito in testa e allo stomaco e ha dovuto subire un intervento chirurgico. “Ha perso molto sangue – spiega il medico Arun Kumar Singh dell’ospedale Bettiah MJK – e ha danni ad un rene”.

L’aggressione ha suscitato un vero shock nella numerosa comunità cristiana della zona. Mons Victor Thakur, vescovo di Bettiah, dice ad AsiaNews che padre Michael è “sacerdote impegnato e attivo, parroco della chiesa di Nostra Signora dell’Assunzione, meglio conosciuta come la “Chiesa Cattolica” o Chuhari.” “Si occupa anche delle tre scuole cattoliche della zona. Siamo sconcertati per l’aggressione contro una persona così benvoluta”. La polizia ha arrestato due agricoltori della Missione Chuhari per interrogarli.

Il cardinale Telesphore Toppo, presidente della Conferenza episcopale indiana, esprime ad AsiaNews “la più dura condanna per l’attacco contro padre Michael. Anche se l’India è un Paese democratico, purtroppo in alcune zone i missionari e le istituzioni cristiani sono vittime di attacchi. Ci sono gruppi che colpiscono la Chiesa in modo sistematico e le autorità debbono aiutarci e proteggerci. L’art. 21 della Costituzione assicura la protezione della vita e il governo deve garantire la sicurezza di tutti i cittadini”.

“La Chiesa – prosegue – da decenni lavora senza sosta a favore della dignità propria di ogni persona, senza distinzioni di fede o casta, concetto difficile da applicare in India”. “La Chiesa provvede all’istruzione e all’assistenza sanitaria dei poveri e degli emarginati, anche Dalit e tribali, per il bene dell’intera Nazione”.

“Preghiamo che gli aggressori, spesso indottrinati da una falsa propaganda contro le missioni cristiane, siano liberati dalla loro cecità e dalla cultura dell’odio. L’India è una terra che insegna al mondo come sia possibile l’armonia e la tolleranza tra diverse religioni. L’art. 25 della Costituzione riconosce a ognuno la libertà di credere, professare, praticare e fare propaganda di qualsiasi religione. Ma spesso questo non è consentito a preti e suore. Non abbiamo paura delle persecuzioni, che rendono più forte la testimonianza della fede e che ci danno il privilegio di partecipare alla sofferenza salvifica della Chiesa”.