Seoul vuole essere “perno di unione tra Europa, Usa e Asia”
di Theresa Kim Hwa-young
Iniziano oggi i colloqui per creare una zona di libero scambio commerciale con i 27 Paesi dell’Ue. L’Europa è già il secondo partner commerciale e la prima fonte di investimenti esteri. Seoul vuole aumentare l’esportazione di auto, prodotti tessili ed elettronici, come pure nei settori chimico e farmaceutico.

Seoul (AsiaNews) – Hanno inizio oggi a Seoul e proseguiranno fino all’11 maggio i colloqui tra Corea del Sud ed Unione europea per creare una zona di libero scambio. La terza maggior economia asiatica vuole l’accordo non solo per ragioni economiche ma anche per fini geopolitici. Ieri Kim Hyun-chong, ministro coreano del Commercio, ha osservato che il Paese potrebbe così “diventare il perno di unione tra Europa, Asia e Stati Uniti. Mentre l’Ue otterrebbe un caposaldo nell’Asia orientale, centro del dinamismo economico mondiale, e avrebbe maggiore accesso al mercato coreano”. “Costituirebbe stimolo non solo per la nostra economia, ma anche per l’Ue e l’interno mondo”.

Anche Peter Mandelson, commissario Ue al Commercio, osserva che l’Ue dedica maggiore attenzione all’Asia, mentre la Corea, “può compiere un ulteriore passo per partecipare al sistema commerciale internazionale, piuttosto che continuare ad operare nel mercato regionale”.

Il commercio con l’estero costituisce circa il 70% del Prodotto interno lordo coreano. Il 50% circa del commercio mondiale avviene tra partner che operano senza reciproci dazi all’importazione. Per questo Kim ha osservato che “l’apertura del nostro mercato non è solo una scelta, ma una necessità per sopravvivere”. Nel 2006 gli scambi commerciali tra Corea ed Ue sono stati di oltre 60 miliardi di euro: l’Ue è il 2° maggio partner commerciale della Corea dopo la Cina e la principale fonte di investimenti (per 29,8 miliardi di euro nel 2006, seguita dagli Stati Uniti con 26,9 miliardi e dal Giappone con 14,3). Seoul esporta soprattutto automobili, prodotti elettronici, semiconduttori e imbarcazioni, e prevede di incrementare questi settori come pure quelli di cosmetici, prodotti chimici e farmaceutici. L’Ue, dice Kim, prevede di avere maggiore accesso al settore servizi,  specie finanziari, legali, contabili e d’informazione. La Corea ha anche interesse a poter mandare in Europa lavoratori specializzati quali infermieri, architetti e veterinari. Ora le imposte all’esportazione dell’Ue sono maggiori, rispetto a quelle coreane, del 10% per gli autoveicoli, del 12% per i prodotti tessili e del 16% per quelli elettronici.

L’Istituto coreano per la politica economia internazionale stima che questo accordo per il libero commercio aumenterà il reddito nazionale da 16 a 24 trilioni di won (da 13 a 19 miliardi di euro).

La Corea sta privilegiando simili accordi bilaterali. Ad aprile ha concluso un accordo per il libero commercio con gli Stati Uniti e dall'1 giugno avrà attuazione un accordo con i Paesi dell’Associazione delle Nazioni del sudest asiatico (esclusa la Thailandia).