Hu a Mosca per rinsaldare i rapporti politici ed economici
Il viaggio di tre giorni avviene per l’inizio dell’Anno della Cina in Russia. Per Pechino sono importanti petrolio e gas della Russia, che guarda con interesse ad Oriente, ma anche commercio e collaborazione militare. Entrambi gli Stati vogliono diminuire il ruolo degli Usa.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Inizia oggi la visita di tre giorni del presidente cinese Hu Jintao a Mosca. Sull’agenda questioni energetiche e commerciali, con la non celata aspirazione a consolidare una alleanza che vuole togliere spazio agli Stati Uniti. Ma c'è il problema della crescente penetrazione dei cinesi nella Siberia russa.

Hu sarà accompagnato dal ministro per il Commercio Bo Xilai e dal vicepremier Wu Yi. La visita avviene in occasione dell’Anno della Cina, che sarà aperto il 28 marzo a Mosca con l’inaugurazione di un’importante mostra sulla Cina. Lo stesso giorno è previsto l’incontro con il premier Vladimir Putin per la firma di accordi economici.

I due Stati parleranno anzitutto della cooperazione energetica. Li Hui, funzionario del ministero cinese degli Esteri, ha detto che è prevista la firma di contratti per un valore di 2 miliardi di dollari; tra gli accordi,  l’aumento dell’importazione di greggio russo tramite ferrovia. Nel 2006 il commercio tra i due Paesi è stato di 33,4 miliardi di dollari (+14,7%), ma è appena il 2% del commercio cinese, che ha rapporti molto maggiori con gli Stati Uniti. Mosca ha le maggiori riserve mondiali di gas naturale ed è il 2° esportatore di petrolio che vende soprattutto in Europa. Ma petrolio e gas russo sono essenziali per Pechino, mentre Putin a sua volta guarda con crescente interesse ad Oriente.

E’ in atto la costruzione di un oleodotto che per il 2015 porterà 1,6 milioni di barili di greggio dalla Siberia orientale fino al porto russo di Nakhodka sull’Oceano Pacifico, davanti al Giappone e vicino alla Corea. Pechino da tempo insiste perché l’oleodotto arrivi in Cina, ma finora senza esito. La Russia esporta circa 5 milioni di barili di greggio al giorno, ma solo 320 mila vanno in Cina, per ferrovia. La Cina riceve molto più petrolio da Arabia Saudita, Angola e Iran, nonostante abbia 4.200 chilometri di confine con Mosca. I due Paesi, divenuti rivali e che nel 1969 hanno anche avutp scontri armati di confine, solo da qualche anno hanno ripreso crescenti rapporti economici e solo nel 2004 hanno concluso un trattato per risolvere la disputa sui confini.

Oltre al commercio, i due Paesi vogliono aumentare la collaborazione politica, anche per diminuire l’influenza degli Stati Uniti. Nella crisi nucleare iraniana finora hanno usato la minaccia del diritto di veto per limitare l’imposizione di sanzioni a Teheran da parte della Nazioni Unite. Entrambi i Paesi sono membri dello Shanghai Cooperation Organization, istituzione di importanza crescente che raccoglie gli Stati caucasici dell’Asia centrale, ma cui partecipano anche India, Iran e Pakistan.

La Russia è anche il primo fornitore di armi alla Cina. Nel 2006 i due Stati per la prima volta hanno compiuto operazioni militari congiunte e Li ha annunciato che avverrà di nuovo quest’anno.

Ma decine di migliaia di imprenditori e commercianti cinesi emigrano e lavorano in Russia, specie nella vasta regione siberiana. Anche se hanno fatto crescere l’economia locale, Mosca non vuole che giungano a controllarla. Ma non si ritiene che la questione sia affrontata questi giorni. (PB)