Multiculturalismo e Islam: suicidio dell’occidente e dei diritti delle donne
di Samir Khalil Samir, sj
Il cosiddetto "dialogo con il mondo islamico" e il relativismo giuridico su matrimonio e poligamia gettano al macero la dignità della donna e la sua uguaglianza con l’uomo. Il Corano : picchiare la donna è giusto.

Beirut (AsiaNews) - L’ideologia del multiculturalismo, cioè della tolleranza cieca verso qualunque cultura e tradizione, sta distruggendo l’identità europea e soprattutto cancella i diritti dell’uomo e delle donne. Un primo esempio è la tolleranza che nei paesi europei sta crescendo verso la poligamia.

In teoria, in Italia e in Europa la poligamia è proibita. Ma è sempre più comune registrare nel continente europeo un immigrato musulmano come poligamo, in nome della “multicultura”: se uno è musulmano ed è sposato nel suo paese d’origine con 4 mogli, non possiamo che accettare questo come un dato di fatto. Tutto questo va contro leggi e costituzioni europee – che affermano le famiglie monogame – ma in nome di un malriposto rispetto delle culture, si accetta qualunque soluzione.

Tollerare la poligamia?

Alcuni costituzionalisti, per salvare capra e cavoli, suggeriscono che in Italia si potrebbe riconoscere solo una moglie, mentre le altre vengono considerate concubine: questo mette a posto la situazione di alcuni musulmani che hanno già moglie nel loro paese d’origine e qui ne prendono un’altra. Altri pensano che si possa fare una distinzione fra matrimonio civile (in municipio, alla presenza di una sola moglie) e uno religioso in moschea, dove può avvenire il matrimonio poligamico. Naturalmente, per fare questo, essi propongono di non leggere gli articoli del codice civile italiano (che affermano la monogamia e l’uguaglianza tra uomo e donna). Una tendenza simile si propaga in Grecia. In alcune zone dove i musulmani sono in maggioranza, il governo ha accettato il principio che essi possono autogestirsi con le loro norme. E quindi ad Atene la poligamia è vietata, ma nelle regioni a maggioranza musulmana è lecita, sempre in nome del rispetto culturale.

Il multiculturalismo sta facendo molti danni. Ma anzitutto al buon senso: se uno è sposato in Senegal con una donna e in Italia con un’altra, non si può definire questo una monogamia. Un delitto rimane tale se compiuto sia in Italia che all’estero. In realtà con questi trucchi si sta suggerendo una via di uscita legale per la poligamia. Così, se un italiano vuole avere più mogli, basta che si converta all’Islam!

Ma il multiculturalismo fa danni soprattutto alla dignità della donna. La poligamia in Italia è vietata perchè contraria  al principio dell’uguaglianza tra uomo e donna. Affermarlo, sarebbe utile anche per l’Islam. Nelle società islamiche infatti, la donna non può essere poligama (solo il maschio ha questo “diritto”). Lo stesso è per il ripudio, permesso ai maschi, ma non alle donne che possono pero’ chiedere al marito il favore di ripudiarle. Affermare la monogamia è dunque la strada per una più grande battaglia per i diritti delle donne.

L’imam di Vénissieux e le donne

Per capire l’umiliazione in cui vive la donna nel mondo islamico, voglio ricordare un fatto che ha suscitato molto dibattito in Francia. Il 20 febbraio scorso, il ricorso in cassazione dell’imam Abdelkader Bouziane  è stato definitivamente rigettato. Cheikh Abdelkader, algerino non di cittadinanza francese, imam della moschea di Vénissieux vicino a Lione, poligamo, padre di 16 (sedici) figli dei quali 14 cittadini francesi, viveva dal 1980 in Francia.

Era stato condannato all’ espulsione il 26 febbraio 2004, dal ministro degli Interni Sarkozy, per i suoi discorsi incendiari e per incitazione all’odio, ma la condanna non fu eseguita. Il 20 aprile, in seguito ad un’intervista sul quotidiano “Lyon Mag”, è stato nuovamente condannato all’ espulsione per le sue affermazioni contro le donne, in particolare per aver detto che “il Corano autorizza in certi casi un musulmano a battere la propria moglie”, che la donna doveva essere sottomessa al marito e non era uguale all’uomo.

Il 23 aprile, il tribunale administrativo di Lione sospende la decisione di espulsione e rigetta la richiesta del Ministero. L’imam torna in Francia il 22 maggio. Il 5 ottobre 2004, il Consiglio di Stato annulla la sospensione dell’espulsione, e l’indomani l’imam è di nuovo espulso verso Orano in Algeria. Il 21 giugno 2005 il tribunale di Lione lo dichiara di nuovo libero, ma il 14 ottobre viene condannato in assenza. L’imam fa ricorso, ma il 6 febbraio 2007 la corte di cassazione rigetta definitivamente il ricorso.

L’Associazione “Régards de femmes” di Lione, che si era costituita parte civile ha dichiarato: “Il diritto alla dignità, al rispetto, all’integrità del suo corpo appartiene a tutte le donne che vivono in Francia. D’ora in poi non sarà più possibile legitimare le violenze contro le donne col pretesto della religione”.

L’intervista dell’imam

Ecco alcuni estratti della (famosa) intervista di Cheikh Abdelkader sul rapporto uomo-donna:

A suo parere, la donna è uguale all’uomo?

No. Esempio: non ha il diritto di lavorare insieme agli uomini, perché potrebbe essere tentata d’adulterio.

La donna deve essere necessariamente sottomessa all’uomo?

Si, perché il capo famiglia è sempre l’uomo. Ma deve rimanere equo con sua moglie: non deve batterla senza motivo, né considerarla come una schiava.»

E’ per questo che Lei è favorevole alla poligamia?

Si, un musulmano puo’ avere più mogli. Attenzione pero’, non più di quattro! E poi ci sono delle condizioni.

Ma perché la donna non puo’ avere più mariti?

Perché non si saprà più chi è il padre dei figli !

Lei è favorevole alla lapidazione [1]  delle donne ?

Si, perché battere la propria moglie è autorizzato dal Corano, ma a certe condizioni, in particolare se tradisce suo marito. Attenzione però: l’uomo non ha il diritto di batterla ovunque: non nel viso, ma sotto, alle gambe, lo stomaco, le natiche. Può batterla forte per farle paura, affinché non ricominci!

 

Il Corano: è lecito picchiare la donna

Qualcuno dei lettori si è ribellato, ma alla fine l’imam si è difeso dicendo che questo è il Corano. E ha ragione. Se prendiamo il Corano (Sura 4, versetto 34) si legge:

“Gli uomini hanno autorità sulle donne a causa della preferenza che Allah concede agli uni rispetto alle altre, e perchè spendono [per esse] i loro beni. Le [donne] virtuose sono le devote, che proteggono nel segreto quello che Allah ha preservato [il sesso – ndr]. [2] Quanto a quelle di cui temete l’insubordinazione, ammonitele [3], lasciatele sole nei loro letti, battetele. Se poi vi obbediscono, non fate più nulla contro di esse. Allah è altissimo e grande”.

La settimana scorsa su al-Jazeera ho ascoltato un altro imam che spiegava le quattro condizioni per picchiare una moglie: non al viso; non deve uscire sangue; non deve rompere le ossa; non si deve farlo in presenza dei figli. Se tutto ciò non basta, bisogna arrivare al castigo estremo, cioè privare la moglie del rapporto sessuale.

Anche sulla superiorità dell’uomo sulla donna, il Corano è esplicito (Corano 2:228 = la Vacca):

“Le donne divorziate osservino un ritiro della durata di tre cicli, e non è loro permesso nascondere quello che Allah ha creato nei loro ventri, se credono in Allah e nell'Ultimo Giorno. E i loro sposi avranno priorità se, volendosi riconciliare, le riprenderanno durante questo periodo. Esse hanno diritti equivalenti ai loro doveri, in base alle buone consuetudini, ma gli uomini sono superiori. Allah è potente, è saggio”.

L’edizione dell’UCOII (l'Unione delle comunità ed organizzazioni islamiche in Italia) aggiunge una lunga nota a proposito dell’espressione « ma gli uomini sono superiori », nota assente dall’edizione online :

« In un penoso sforzo di omologare l’Islàm alla cultura occidentale, alcuni commentatori modernisti hanno scritto che la superiorità riguarda solo il diritto dell’uomo al ripudio della moglie, facoltà che non gode di reciprocità. In realtà si tratta di qualcosa di molto più importante e fondamentale per il mantenimento dell’equilibrio, individuale, famigliare, sociale.

“L’uomo e la donna sono due realtà complementari imprescindibili l’una dall’altra. Se così non fosse, Allah (gloria a Lui l’Altissimo) non avrebbe formato Eva dalla costola di Adamo, avrebbe fornito entrambi i generi di apparati riproduttivi completi ecc. ecc.

“La struttura fisica dell’uomo è capace di grandi sforzi e di exploit significativi, quella della donna, di fatica mediamente ripartita e grande sopportazione del dolore.

“La sensibilità maschile è tutta esteriore, proiettata in un ambito extrafamigliare che tende a diventare pubblico e politico. Quella femminile è interiore, attenta a sé stessa, tesa alla protezione di quanto acquisito o all’acquisizione di semplici mezzi di sostentamento e di sicurezza.

“La psicologia maschile è immaginifica, creativa, sperimentale, amante del rischio, desiderosa di novità, di affermazione dell’io, il più delle volte ampia e superficiale. Quella femminile è concreta, tradizionale, nemica dell’azzardo, desiderosa di certezze, di conservazione del “mio”, il più delle volte profonda e limitata.

“Nell’ambito famigliare il rispetto della Legge di Allah e della Sunna dell’Inviato fa sì che non si creino situazioni tali da esigere un’affermazione di potere che mortifichi la complementarietà dei coniugi. Ma oltre alla complementarietà c’è un problema di leadership, nella famiglia e nella società, che non significa predominio, oppressione o disconoscimento della prevalenza femminile in una quantità di settori e corcostanze. Allah (gloria a Lui l’Altissimo) affida questo ruolo dirigente al maschio. E’ un compito gravoso e difficile, di cui l’uomo farebbe spesso volentieri a meno, e di cui è tenuto a rispondere davanti ad Allah”.

Questo commento apologetico, scritto da un italiano convertito all’islam, rispecchia l’opinione degli ulema tradizionalisti, evitando i loro eccessi. Assegna dei compiti specifici all’uomo e alla donna, immutabili perché voluti da Dio, che pretendono corrispondere alla natura dell’uno e dell’altra. E’ ovvio che una tale distribuzione dei ruoli, stabiliti da Dio fin dall’eternità e validi per tutti i tempi e le culture, è difficilmente compatibile con la mentalità occidentale e spesso incompatibile con le leggi e le costituzioni dell’Europa.

Conclusione

In nome del rispetto delle culture e della tolleranza religiosa, è possibile accettare quest’insegnamento? E’ la domanda seria che si pone a tutti i Paesi occidentali.

Non so se gli sbandieratori del multiculturalismo si rendono conto di quanti danni umani provocano. In realtà si riconosce sempre più che la cosiddetta tolleranza multiculturale è solo acquiescenza e una sottile forma di razzismo. In nome della differenza culturale, infatti, si lascia che tutto proceda su binari paralleli, senza immaginare alcun progresso, integrazione o miglioramento in nome della dignità dell’uomo.

Per l’Europa è tempo di capire che la legge religiosa non può avere il sopravvento su quella civile e che al di sopra di ogni tolleranza vi è la costituzione di un Paese. Se questo non avviene, si dà all’Islam carta bianca per una colonizzazione dei nostri costumi.

 

NOTE :

1)      L’imam, che viveva da 24 anni in Francia, non ha capito la parola « lapidazione », che ha interpretato come « battere ». Onde la sua risposta.

2)      Nella traduzione dell’U.C.O.I.I., generalmente attribuita a Hamza Piccardo (Imperia 1994), si legge la nota seguente: «Questo l’ideale della donna credente: “paziente e pudica”. Dice il Profeta (pace e benedizioni su di lui): “La migliore delle donne è quella che si rallegra del tuo sguardo, che ti obbedisce, che custodisce la sua persona e i beni dello sposo in sua assenza”.

3)      La versione italiana ha trascurato questo verbo!