Fabbrica inquinante opera senza permesso: arrestato chi protesta
Nel meridionale Guangxi, una cartiera opera sebbene abbia ricevuto l’ordine di chiudere a causa dell’inquinamento. Il riso è nero e l’aria puzza. I contadini protestano e la polizia li arresta di notte.
Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Protestano contro una cartiera che avvelena i raccolti e inquina l’acqua potabile e la polizia li arresta. E’ avvenuto a Botang, nella povera regione meridionale del Guangxi, il 12 gennaio scorso, ma la notizia si è diffusa solo ieri.
 
Nel corso della notte, la polizia è andata nelle case di chi aveva protestato contro la fabbrica e li ha portati via, con l’accusa di essersi opposti ad attività pubbliche. Li Yongjin, un residente locale, sostiene invece che la protesta si è sempre svolta in modo legale, con frequenti petizioni e denuncie ai governi della contea e della regione, contro l’inquinamento causato dalla cartiera sin dall’apertura, 6 anni fa.
 
Li spiega che “il riso è nero. La frutta è o nera o bianca. Riso e frutta sono i nostri principali prodotti. Siamo circondati da aria sporca e puzzolente. Non ci hanno voluto dire quando potranno uscire”.
 
Il giorno prima dell’arresto, aggiunge, “un funzionario locale aveva detto ai residenti che ci sarebbe stato un incontro con i dirigenti dell’azienda Zhongtaifu per discutere una soluzione”.
 
Chen Jian, funzionario per la protezione dell’ambiente nel capoluogo regionale Nanning, dice che è stata ordinata la chiusura della cartiera, ma continua a operare. “La cartiera della Zhongtaifu – spiega – causa un grave inquinamento. In simili casi, il governo è obbligato a far chiudere l’impianto”. Anche l’ufficio di Chen ha chiesto al governo di Wuzhou, responsabile per Botang, di dare applicazione all’ordine di chiusura.
 
In Cina molte fabbriche sono costruite in zone agricole dove la terra è meno costosa, ma tante smaltiscono i rifiuti nell’acqua e nell’aria senza depurarli. I governi locali sono favorevoli alla presenza degli impianti industriali, che accrescono la capacità produttiva della zona e pagano alte imposte, e spesso non tutelano gli interessi dei contadini.
 
Ora il governo centrale si preoccupa di contenere l’inquinamento ed eliminarne gli effetti peggiori, come l’avvelenamento di laghi e fiumi, ma incontra ostacoli dai governi locali e molte imprese continuano la produzione nonostante ne sia ordinata la chiusura. (PB)