Cina, aumenta lo squilibrio fra i sessi: ogni 100 femmine nascono 121 maschi

La politica del figlio unico e la radicata preferenza per il figlio maschio ha portato la disparità fra i sessi ad aumentare sempre di più. Nel 2000, 117 maschi a fronte di 100 femmine.


Pechino (AsiaNews/As) – La controversa politica cinese del figlio unico continua ad acuire la disparità fra i sessi dei neonati: nel 2004 sono nati 121 maschi a fronte di 100 femmine. Lo conferma un rapporto dell'Accademia cinese per le scienze sociali.

Il dato rappresenta un aumento rispetto al 2000, quando il tasso si fermava a 117 maschi ogni 100 femmine.

La differenza fra i due sessi si spiega con la radicata convinzione del popolo cinese secondo cui è meglio avere come figlio un maschio: le politiche del governo, che impongono ad ogni coppia una sola nascita, fanno il resto.

Il rapporto dell'Accademia dimostra come il problema sia cresciuto sin dal 1979, quando Pechino lanciò la prima "legge sul figlio unico". Nel 1982 vi erano 109 maschi ogni 100 femmine; nel 1990 il dato era cresciuto fino a 111 contro 100.

La diffusione delle tecnologie pre-natale, che grazie all'uso di ultrasuoni consentono di conoscere in anticipo il sesso del nascituro, aiuta le coppie a decidere in anticipo il sesso del neonato, abortendo i feti femminili. Gli ultrasuoni sono in teoria proibiti dal governo, che ne ammette l'uso solo in caso di malattie gravi, ma il decreto è in pratica ignorato.

I governi locali impongono delle pesanti tasse alle famiglie con due o più figli, ma nelle campagne si diffonde sempre di più la pratica di continuare a generare fino all'arrivo del maschio e non registrare presso le autorità la nascita delle femmine, che di conseguenza per lo Stato non esistono.

La politica crea dei gravi problemi anche per quanto riguarda l'invecchiamento della popolazione: alcune statistiche mostrano che entro il 2050, gli anziani saranno il 30% del totale della popolazione, rischiando di distruggere tutto lo sviluppo economico del Paese.