Seoul accusa: "Pechino riscrive la storia per distruggere la nostra unità nazionale"
di Theresa Kim Hwa-young

I membri della Commissione per l'unificazione, gli affari esteri ed il commercio del Parlamento sudcoreano lamentano che il governo cinese ha approvato testi universitari che descrivono la Corea "parte della Cina". Critiche anche per le ingerenze sui Giochi invernali del 2018.


Seoul (AsiaNews) – La Commissione per l'unificazione, gli affari esteri ed il commercio del Parlamento sudcoreano ha denunciato ieri la distorsione della storia operata da Pechino nei libri di scuola destinate alle università ed i suoi tentativi di danneggiare lo spirito della nazione e la sua integrità nazionale.

I membri della Commissione hanno criticato anche l'Ufficio blu [il Gabinetto presidenziale ndr] per il suo atteggiamento in materia, definito "di basso profilo".

Secondo i parlamentari, la Cina cerca in ogni modo - grazie al suo potere economico internazionale ed alle pressioni che può esercitare di conseguenza - di inserire il monte Paektu fra i patrimoni dell'umanità dell'Unesco e spinge per far assegnare a quella zona i Giochi olimpici invernali del 2018.

"Pechino non considera, oppure ignora deliberatamente – denunciano – il fatto che per i coreani quello è un luogo sacro. Questo è un tentativo di danneggiare il nostro spirito e la nostra unità nazionale".

Critiche e proteste anche per il "Progetto nord-est", introdotto dal governo cinese nel 2002: nato come una ricerca universitaria ufficiale, afferma che la Corea "nasce dalla Cina" e che la parte nord della penisola "in tempi antichi è stata retta da governi cinesi".

I risultati della ricerca hanno scatenato proteste di piazza e, nell'agosto del 2004, hanno costretto il vice ministro degli esteri cinese a recarsi a Seoul. In quell'occasione, il politico comunista accettò di non rendere la storia "una questione politica".

Dopo l'approvazione dei nuovi testi universitari, un rappresentante della Commissione coreana ritiene che "l'accordo non sia stato del tutto violato", ma sottolinea la "necessità di usare la diplomazia per prevenire una presi di posizione ufficiale di Pechino sull'argomento".