Wikipedia non è Google: no alla censura cinese

Pechino ha oscurato l'intero forum enciclopedico, per  il rifiuto di modificare o togliere articoli su argomenti "non graditi", come il massacro di Tiananmen. Milioni di pagine web oscurate e la Cina esclusa dal forum mondiale, per paura che i cinesi leggano alcune notizie.


Pechino (AsiaNews/Scmp) – Wikipedia non accetta la censura di Pechino. E' quanto ha detto il fondatore del sito, accusando il potere politico di pressioni e di impedire l'effettiva diffusione di un'informazione completa. Il sito è oscurato da molti mesi perché parla di tutto il sapere umano, comprese libertà, democrazia, Taiwan e fatti storici come piazza Tiananmen.

Jimmy Wales, fondatore del sito forum-aperto enciclopedico Wikipedia, ha detto il 26 agosto a Hong Kong che non intende cedere alle pressioni cinesi per eliminare argomenti non graditi, come hanno accettato altri famosi siti internet statunitensi in cambio dell'accesso al mercato cinese. Wikipedia ha avuto un crescente successo nel Paese, anche grazie al suo invito a inviare articoli da editare, ma il sito è stato bloccato dalla censura sin da ottobre. Sul portale cinese Baidu è stato realizzato un  sito simile, ma molto censurato e attento a confermare le verità "ufficiali" su argomenti come il massacro di piazza Tiananmen nel 1989.

Intervenendo  ai tre giorni di dibattito su: Wikimania cinese 2006, organizzato dalla Chinese University di Hong Kong, Wales ha spiegato che non intende sacrificare l'indipendenza o le convinzioni del sito, che sono di consentire agli utenti di accedere alla più completa conoscenza dei fatti, e che non seguirà la scelta di Google che lo scorso febbraio ha accettato le censure chieste dalla Cina. Contro i principali siti web Usa, come Google, Cisco, Yahoo e altri, è diffusa e documentata l'accusa che, per avere accesso al mercato cinese, accettano la censura pubblica e vi collaborano, impedendo agli utenti l'accesso a notizie "sgradite" (su argomenti come libertà, democrazia, Taiwan, piazza Tiananmen) e qualcuno di loro rivelando l'identità di autori di articoli, poi arrestati e condannati al carcere.

"Una delle cose più importanti per me e per l'intera comunità di Wikipedia – ha detto Wales – è che sia accessibile in Cina qualunque cosa facciamo, senza dover fare compromessi con la censura come ha fatto Google". "Non possiamo accettare di cambiare qualcosa per essere certi che  il governo cinese autorizzi ogni notizia trattata".

La versione di Wikipedia in cinese è una delle più estese: conta oltre 85 mila articoli, 2,7 milioni di pagine web e 15 mila immagini. Nonostante sia censurata e resa inaccessibile per una larga parte della popolazione che parla cinese, cresce al  ritmo  attuale del 9% mensile e si prevede superi i 100 mila articoli entro il 2006 e i 250  mila per il 2007. La versione inglese dell'enciclopedia è la più nutrita, con  oltre 1,3 milioni di articoli. Circa 80 volontari curano oltre la metà dell'edizione cinese.

Wales ha definito la censura di Wikipedia in  Cina "un grave errore", perché la gran parte degli articoli riguarda argomenti "neutrali", come arte, storia e tecnologia. La maggior parte di chi scrive e pubblica non è interessato alla politica ma vuole creare dialogo tra differenti punti di vista. Quindi, bloccare l'intero sito per impedire la lettura di alcuni argomenti ritenuti "sensibili" significa – prosegue Wales – impedire la partecipazione dell'intera Cina a questo sito web globale, con reciproca perdita per il popolo cinese e per la comunità mondiale.

Non capisco – ha concluso – perché Pechino ha oscurato Wikipedia: se per timore di possibili attacchi e critiche anonime sul sito o per la preoccupazione circa l'effettiva diffusione della conoscenza che ha promesso di promuovere. (PB)