Bhutan: dopo 8 mesi di carcere, liberi due cristiani accusati di proselitismo
di Prakash Dubey

I due erano stati condannati a tre anni di prigione per aver mostrato a dei buddisti una cassetta sulla vita di Gesù.Decisivo l'intervento del governo indiano.


Siliguri (AsiaNews) – La polizia del Bhutan ha rilasciato il 29 luglio scorso due cristiani di origine nepalese arrestati in gennaio con l'accusa di proselitismo. Il rilascio è avvenuto grazie alle pressioni del governo indiano e della comunità internazionale.

Benjamin Budhu Mani Dungana e John Purna Bahadur Tamang appartengono ad una chiesa pentecostale che conta molti fedeli in Nepal ed in Bhutan. Sono stati arrestati il 7 gennaio per aver mostrato in una casa di bhutanesi buddisti un film sulla vita di Gesù. Uno degli spettatori li ha più tardi denunciati alla polizia, accusandoli di voler convertire i padroni di casa.

Le sentenze sono stae emesse ai primi di giugno: tre anni di galera per il primo e tre anni e mezzo per il secondo.

Diversi gruppi cristiani di tutto il mondo hanno lanciato una campagna per la loro liberazione, ma è stato decisivo l'intervento indiano. Bhuwan Thapa è un pastore pentecostale che lavora in Nepal con la comunità di rifugiati bhutanesi: "Sono sicuro – dice ad AsiaNews – che il governo indiano ha parlato della questione la scorsa settimana con il re del Bhutan, in occasione della sua visita a Delhi, e gli ha chiesto di liberare i due cristiani".

"I politici indiani – racconta – hanno detto al monarca che se veramente la sua nazione vuole andare verso la democrazia, la libertà religiosa è essenziale e quindi va garantito il diritto dei cittadini di professare la propria fede". Il pastore ritiene molto importante anche l'aiuto fornito dalla comunità internazionale protestante, ma conclude: "La spinta finale è stata di Delhi. Non dimentichiamo che l'India è il Paese che aiuta di più il Bhutan e non cerca l'annessione, come fece la Cina con il Tibet".

Il Bhutan è un piccolo regno isolato. La religione di stato è il buddismo mahayana. L'ingresso ai cristiani è proibito dal 1965, ma alcune Organizzazioni non governative cristiane, in modo particolare indiane, sono riuscite ad entrare nel Paese anche grazie alla mancanza di attenti controlli della polizia. In teoria, ma non in realtà,  la legge permette la libertà di culto.

I cristiani devono attenersi a regole severe: non possono costruire chiese né riunirsi in modo libero. Il proselitismo è illegale, ma solo per chi non è di religione buddista.