Scontri in mare tra ribelli e governativi, oggi colloqui tra osservatori e Tigri
In una violenta battaglia al largo delle coste di Jaffna sono morti 57 tra ribelli tamil e militari. Le Tigri minacciano gli osservatori di pace: viaggiare su navi della marina singalese sarà "a vostro rischio".

Colombo (AsiaNews/Agenzie) – Membri della Missione internazionale di monitoraggio nello Sri Lanka (Slmm) guidata dalla Norvegia incontreranno oggi in colloqui di emergenza i ribelli delle Tigri, dopo il gli scontri avvenuti ieri al largo delle coste settentrionali di Jaffna tra militari e guerriglieri. La battaglia è stata la più violenta da quando, nel 2002, una tregua ha posto fine a 20 anni di guerra civile.

Ieri l'Esercito delle Tigri per la liberazione della patria Tamil (Ltte) ha avvertito gli osservatori di pace in Sri Lanka che viaggiare sulle navi della marina singalese sarà "a loro rischio e pericolo". L'annuncio è arrivato subito dopo la sanguinosa battaglia navale in cui sono morte oltre 50 persone. Fonti militari parlano di 17 soldati e di 50 ribelli rimasti uccisi. Il portavoce della marina, P.D.K Dassanayake, ha riferito che le Ltte hanno affondato una motovedetta lanciandole contro una barca carica di esplosivo.

I militari hanno reagito affondando cinque imbarcazioni dei ribelli; dopo lo scontro in mare, aerei da guerra hanno bombardato aree controllate dai ribelli. Il sito Internet delle Tigri non parla delle vittime, ma informa che le località colpite sono tre, nel distretto di Kilinochchi. L'esercito, inoltre, ha bombardato con l'artiglieria basi dei guerriglieri nel distretto di Trincomalee.

La ricostruzione dell'attacco fornita dalle Tigri, però, è ben diversa: sarebbe la Marina ad aver sferrato per prima l'attacco, mentre i militanti tamil stavano compiendo un'esercitazione navale.

La motovedetta colpita scortava un traghetto con a bordo 710 soldati e un osservatore della Slmm. La Slmm - che conta alcune decine di osservatori di Paesi del Nordeuropa, incaricati di controllare il rispetto della tregua - ha accusato i ribelli di aver violato il cessate-il-fuoco e specificato che questi non hanno nessun diritto sulle acque, considerate sotto il controllo del governo. Le Tigri a loro volta denunciano che l'esercito si è servito degli osservatori di pace come scudi umani nello scontro.

In una lettera alla Slmm pubblicata sul loro sito web i ribelli scrivono: "Per l'ultima volta, vi avvertiamo di non viaggiare a bordo di imbarcazioni della marina dello Sri Lanka fino a una nostra prossima notificazione; se scegliete di ignorare l'avvertimento non risponderemo delle conseguenze".

Le Ltte rivendicano l'autonomia per il nordest dell'isola, a maggioranza da tamil e in gran parte già da loro controllata, in un Paese dove prevale l'etnia cingalese. A febbraio scorso le Tigri hanno abbandonato "a tempo indeterminato" i colloqui di pace con il governo.