Cina, scomparsi 14 missionari sudcoreani

Secondo la denuncia di due loro compagni, sono stati rapiti nel Liaoning, dove sarebbero tenuti in ostaggio.


Seoul (AsiaNews) – Il ministero sudcoreano degli Esteri e la polizia di Seoul stanno cercando 14 missionari cristiani che, secondo una denuncia, sono stati rapiti in Cina. La stazione di polizia di Mapo, nella capitale, ha annunciato martedì 4 aprile di aver ricevuto la denuncia da parte di altri due missionari che, insieme ai 14 scomparsi, avevano lasciato il Paese il mese scorso per recarsi a Dalian, nella provincia nord-orientale del Liaoning.

Secondo i due, che hanno telefonato ai poliziotti di Mapo lunedì 3 aprile, il gruppo è stato rapito ed al momento è tenuto in ostaggio in quella zona del Paese. La polizia ha aggiunto che i due avevano annunciato l'intenzione di tornare a Seoul il giorno dopo la telefonata, ma apparentemente non sono mai saliti sull'aereo. Il ministero ed i vertici della polizia sudcoreani hanno chiesto la cooperazione della pubblica sicurezza cinese per risolvere la questione.

L'opera dei missionari stranieri in Cina è spesso rivolta al servizio dei circa 400 mila immigrati clandestini nordcoreani, che hanno attraversato il confine nord-orientale in cerca di cibo e lavoro.

Da quando il governo cinese ha deciso di aiutare Pyongyang a rimpatriare i profughi, essi sono costretti a vivere in clandestinità, in attesa di riuscire a raggiungere un'altra destinazione. Il rimpatrio significherebbe per loro carcere, torture, interrogatori estenuanti, deportazioni, lavoro forzato. In Corea del Nord la detenzione è talmente dura per i maltrattamenti e la carenza di cibo che un grande numero di prigionieri non riesce a sopravvivere.

Per i rifugiati che si sono convertiti, spesso dopo l'incontro con missionari e volontari cristiani che li hanno aiutati, i rischi sono ancora maggiori. Se vengono scovati e rimpatriati, la loro punizione è ancora più brutale e può addirittura arrivare alla morte.

Per aiutare i profughi, gruppi cristiani e missionari danno loro gli aiuti economici di cui hanno bisogno. Spesso li mettono in contatto con le sedi diplomatiche presenti sul territorio cinese, in modo da poter fuggire all'estero, spesso in Corea del Sud. Molte famiglie di cristiani cinesi e coreani che vivono in Cina adottano giovani nord-coreani, che spesso si convertono al cristianesimo.

Negli ultimi anni, Pechino e Pyongyang hanno messo in atto misure ancora più repressive per dare la caccia ai rifugiati e a quelli che li assistono.