Nur-Sultan, presidente Tokaev: affrontare crisi economica e linguistica
di Vladimir Rozanskij

Problemi economia accentuati dalla pandemia. Pesa l’abbassamento dei prezzi delle risorse energetiche. Inflazione a livelli record; agricoltura colpita dalla siccità. Nel 2020 usato il 96% delle riserve finanziarie per far fronte ai debiti. Scontro con Mosca sulla diffusione del kazako.

 


Mosca (AsiaNews) – Nel suo terzo “messaggio al popolo”, il presidente kazako Kasym-Žomart Tokaev si è concentrato su economia e dello sviluppo della lingua nazionale. Nel 2019 Tokaev ha sostituito il “presidente eterno” Nursultan Nazarbaev, che continua però a controllare il Paese dallo scranno di presidente del Consiglio di Stato.

I temi sottolineano gli “scopi prioritari dello sviluppo economico e sociale nel futuro prossimo”, senza neppure sfiorare la politica, che si considera un tema minore e già definito senza discussioni. Il problema principale è la fuoruscita dall’incubo pandemia, con la crisi economica accentuata dall’abbassamento dei prezzi delle risorse energetiche, componente fondamentale delle esportazioni kazake. L’inflazione è a livelli record per il quarto anno consecutivo, e l’agricoltura è in difficoltà a causa della straordinaria siccità di quest’anno.

Davanti alle camere riunite del Parlamento, il primo settembre Tokaev ha spiegato che le risorse del fondo nazionale, dove si calcolano le entrate dal mercato energetico, negli ultimi tempi sono utilizzate sempre più spesso per coprire i deficit di bilancio. “Le nostre riserve finanziarie non sono infinite”, ha detto il presidente, affidando al governo e alla Banca di Stato il compito di elaborare un piano per tenere le finanze sotto controllo.

Si rende necessaria una “diversificazione dell’economia”, una tesi che si ripete da molti anni, ancora dai tempi di Nazarbaev, senza che si veda una vera via d’uscita dalla dipendenza energetica. Il secondo presidente del Kazakistan indipendente, che festeggia i 30 anni dalla fine del giogo sovietico, ha voluto ricordare un principio fondamentale del liberalismo: “La crescita e lo sviluppo non richiedono l’intervento eccessivo dello Stato nell’economia”, che altrimenti “porta a livelli elevati di corruzione”.

Per la prima volta nella sua storia, il Kazakistan ha dovuto accendere un debito di 1,5 miliardi di euro presso la Banca asiatica per lo sviluppo e la Banca asiatica per gli investimenti infrastrutturali (promossa dalla Cina). Nel 2020 il governo kazaco ha dovuto utilizzare il 96% delle sue riserve finanziarie per far fronte ai debiti.

Per stimolare l’economia e i consumi interni, Tokaev ha annunciato diverse misure, tra cui l’aumento degli stipendi agli statali. Dal 2022 lo stipendio minimo per i dipendenti pubblici sarà innalzato a 60mila tenge (119 euro), dai 42.500 attuali (circa 84 euro). Il presidente ha messo però in guardia dagli “atteggiamenti parassitari di chi pensa di utilizzare i programmi sociali soltanto per i propri interessi”, provocati a loro volta da “impostazioni paternalistiche, che inducono molti cittadini a limitarsi ad attendere qualcosa dallo Stato”. Tokaev ha aggiunto che “il desiderio infondato di ricevere sussidi sociali priva la persona della capacità di guadagnarsi da vivere con il proprio impegno”. Negli ultimi anni vi sono state molte proteste, fra varie categorie di lavoratori e di cittadini, per le limitate misure statali di sostegno economico.

Un argomento molto scottante riguarda il passaggio graduale alla lingua nazionale kazaka, liberandosi dalla dipendenza russa di derivazione sovietica (e prima ancora imperiale). Diversi politici russi sono intervenuti negli ultimi mesi, accusando il Kazakistan di “russofobia”. Il presidente ha voluto rassicurare sul fatto che “la lingua russa possiede da noi lo status di lingua ufficiale, e non abbiamo intenzione di ostacolarne l’utilizzo”, ma allo stesso tempo “non si deve ritenere che la diffusione della lingua kazaka debba essere limitata”.

La decisione di sostenere il kazako non verrà messa in discussione, come “una delle impostazioni principali della politica statale: ogni cittadino che lega il proprio futuro al nostro Paese, deve porre attenzione allo studio della lingua kazaka”. Il russo “è una delle sei lingue ufficiali dell’Onu, e con la Russia condividiamo i più vasti confini geografici e culturali”, ma si deve anche “custodire come la pupilla dell’occhio l’unità e l’armonia nella nostra società, in cui è fondamentale la concordia interetnica e interconfessionale”, ha concluso Tokaev.