Colombo: bandiere nere per la giustizia sugli attentati di Pasqua
di Melanie Manel Perera

Il card. Ranjith è tornato a chiedere ai cittadini di sventolare il simbolo del lutto in segno di protesta contro il governo per la mancata verità sulle stragi del 2019. Le organizzazioni della società civile hanno appoggiato il gesto ma altri lo hanno definito troppo poco incisivo. Almeno 25 persone sono state accusate ma le autorità continuano a non risalire ai mandanti.


Colombo (AsiaNews) - L'arcivescovo di Colombo, il cardinale Malcolm Ranjith, ha invitato i cittadini cattolici e non ad esporre delle bandiere nere in ogni casa, chiesa e negozio contro il governo dello Sri Lanka guidato da Gotabaya Rajapaksa, e in memoria degli attacchi terroristi di Pasqua di due anni fa che colpirono tre chiese e tre hotel e uccisero 269 persone e ne ferirono più di 500.

Nella giornata del 21 agosto, 28 mesi dopo gli attentati, si sono tenute preghiere, le campane hanno suonato alle 8.45 in punto e i cristiani hanno acceso delle lampade per commemorare le vittime.

C’è chi ha risposto all’iniziativa e chi ha espresso la propria contrarietà. “Anche dopo un periodo così lungo, issare semplicemente delle bandiere nere e condurre una protesta silenziosa contro il governo non è affatto sufficiente”, hanno commentato alcuni cittadini ad AsiaNews. Anche i non cattolici hanno definito il gesto troppo poco incisivo. “Non ha senso sventolare le bandiere per mostrare la nostra opposizione a questo governo che ha permesso che dei nostri concittadini innocenti venissero uccisi mentre erano in chiesa”. 

“Il cardinale Ranjth - hanno continuato - dovrebbe intraprendere azioni più decise affinché il governo prosegua con le indagini per trovare i responsabili della tragedia”.

La settimana scorsa 25 persone sono state accusate degli attentati, ma l’arcivescovo ha chiesto che vengano trovati i mandanti, non solo le persone che hanno collaborato. “È stata l'arbitrarietà egoista delle autorità a permettere la morte di così tante persone. Anche oggi di tanto in tanto si cerca di nascondere la verità che Dio indica. Ma preghiamo Dio di smascherare la grande cospirazione politica dietro questa tragedia”, ha detto il cardinale durante l’omelia.

Le organizzazioni laiche e cattoliche della società civile hanno sostenuto la richiesta dell’arcivescovo Ranjith. La Negombo Citizens' Committee, il Center for Society and Religion (Csr) e la Justice Foundation si sono unite in una protesta pacifica. “Non rispondere alle richieste della Chiesa e non rivelare la verità non impedirà che i cittadini puntino il dito contro il governo, anche perché il presidente Rajapaksa è stato eletto grazie ai voti di molti cattolici perché aveva promesso che avrebbe fatto giustizia”.