Dusanbe: i nipoti del presidente picchiano il ministro della Sanità dopo la morte della madre
di Vladimir Rozanskij

Kurbonba Rakhmonova, sorella di Emomali Rakhmon, è morta di Covid-19 il 20 luglio. Specialisti stranieri che l’avevano in cura hanno valutato come inadatti i metodi dei medici tagiki. Le autorità negano l’accaduto. Non è la prima volta che familiari del presidente sono coinvolti in atti d’aggressione.


Mosca (AsiaNews) – I tre figli di Kurbonba Rakhmonova, la 64enne sorella del presidente tagiko Emomali Rakhmon, hanno aggredito ieri in modo violento Džamoliddin Abdullozod, ministro della Salute e del welfare di Dushanbe. Lo ha rivelato in un servizio la sezione tagika di Radio Svoboda. La donna è morta il 20 luglio per le conseguenze del contagio da Covid-19, la cui diffusione in Tagikistan è stata a lungo negata dalle autorità.

Rakhmonova era in cura al centro medico dell’amministrazione presidenziale. Per farla curare, Rakhmon ha invitato nel Paese specialisti dalla Germania, dalla Russia e dall’Uzbekistan, che a poche ore dalla morte hanno valutato come inadatti i metodi di cura scelti dai medici locali. Questa conclusione ha scatenato la rabbia e l’incredulità dei figli di Kurbonba: Fakhriddin, Farrukh e Ziedali Safarova. Subito dopo il decesso, i tre se la sono presa con i medici e il personale sanitario che si sono occupati della madre. Solo l’intervento di Rustam Emomali, figlio maggiore del presidente e suo vice, ha placato momentaneamente l’ira dei cugini.

I figli della Rakhmonova si sono poi scagliati contro il ministro Abdullozod, che prima ha ricevuto un fortissimo colpo alla mascella, e poi un altro al capo che gli ha causato un trauma cranico. I medici lo hanno curato per “lievi ferite”, come è stato comunicato ai giornalisti.

Dopo l’accaduto, durante una conferenza stampa per la consegna da parte degli Usa di 1,5 milioni di vaccini Moderna al Tagikistan, il vice ministro della Sanità Šodikhon Džamed ha negato ogni indiscrezione sul pestaggio da parte dei parenti di Rakhmon. Egli ha dichiarato che Abdullozod si trova “in viaggio di lavoro all’estero”.

In realtà sembra che il ministero tagiko degli Interni abbia aperto un’indagine sull’aggressione. Secondo le fonti di Radio Svoboda, finora le autorità non hanno accusato o trattenuto nessuno. La morte della stessa Rakhmonova rimane circondata da mistero: la causa del suo decesso non è stata ancora comunicata in via ufficiale. I familiari l’hanno sepolta il 21 luglio nel cimitero della città natale di Dangar.

I nipoti di Rakhmon era già stati coinvolti in una rissa a Dangar lo scorso maggio, in cui era stato arrestato un altro cugino, Amriddin Nakhšov, capo di una compagnia di estrazione aurifera. I parenti del presidente avevano fatto irruzione in una casa, dove era radunato un gruppo di dipendenti di una ditta concorrente. Oltre 20 persone erano finite in ospedale, mentre le autorità avevano accusato Amriddin soltanto di “comportamento riprovevole”, rilasciandolo dietro pagamento di una multa di 100 somoni (7 euro). Il governo tagiko ha negato il fatto, diffondendo una versione per cui i nipoti del presidente erano intervenuti a sedare un diverbio tra “ragazzi esagitati”.