Hong Kong, obbligo di giuramento: si licenzia leader dei dipendenti pubblici

Michael Ngan è noto per aver organizzato proteste contro la legge sull’estradizione, la gestione della pandemia e il provvedimento sulla sicurezza. “Siamo responsabili solo verso le autorità cittadine, non verso Pechino”. Arrestato uno studente universitario per aver inneggiato all’indipendenza.


Hong Kong (AsiaNews) – L’ex capo dell’Unione dei dipendenti pubblici ha rinunciato al suo posto al dipartimento del Lavoro per non voler prestare giuramento di fedeltà alle autorità cittadine e di Pechino. Lo ha annunciato ieri lo stesso Michael Ngan Mo-chau sulla pagina Facebook dell’organizzazione sindacale, sciolta il mese scorso per proteggere i suoi aderenti.

“Ho solo perso un lavoro. La cosa più importante è che ho fatto i conti con me stesso e scelto di fare ciò che è giusto”, ha scritto Ngan sul popolare social network. Nell’agosto 2019 egli ha guidato una protesta dei funzionari pubblici contro la legge sull’estradizione (poi ritirata dall’esecutivo di Carrie Lam). Un anno fa, sotto la sua guida, l’Unione dei dipendenti pubblici ha criticato la gestione della pandemia da parte del governo cittadino.

Ngan ha preso di mira anche la legge sulla sicurezza voluta da Pechino. Egli ha sottolineato che in base alla Basic Law (la mini-Costituzione locale), gli impiegati pubblici sono responsabili solo verso le autorità di Hong Kong, e non verso il governo centrale.

L’obbligo di giuramento è stato imposto dall’esecutivo cittadino dopo il varo in giugno del provvedimento sulla sicurezza. In base a un regolamento approvato in gennaio, tutti i 180mila funzionari pubblici devono giurare entro la fine del mese: in caso di rifiuto non accompagnato da “giustificati motivi” scatta il licenziamento automatico. Da inizio anno molti medici, infermieri, dentisti e ricercatori sanitari del servizio pubblico si sono dimessi per non rispettare tale obbligo.

Con la copertura di Pechino, le autorità cittadine hanno intensificato la repressione del dissenso, come dimostrato ad esempio dai diversi ordini di arresto emessi nei confronti del magnate pro-democrazia Jimmy Lai.

Ieri la polizia ha arrestato uno studente di 19 anni con l’accusa di aver partecipato in novembre a una manifestazione anti-governativa nel campus dell’università cinese di Hong Kong (Cuhk). Per lo stesso fatto, in dicembre le Forze dell’ordine avevano fermato otto persone. Il 19 novembre un centinaio di studenti della Cuhk hanno protestato in modo pacifico contro la decisione delle autorità universitarie di svolgere via web la loro cerimonia di laurea. I dimostranti hanno esibito bandiere e striscioni indipendentisti, gridando slogan a favore dell’indipendenza dell’ex colonia britannica.