Hong Kong: Jimmy Lai ripresenta domanda di scarcerazione

La prima è stata respinta dalla Corte finale di appello su richiesta del Dipartimento di giustizia. Il magnate pro-democrazia è in prigione dal 31 dicembre. Ha ancora chance per ottenere i domiciliari. Spetta alla difesa dimostrare che non rappresenta un pericolo per la sicurezza nazionale.


Hong Kong (AsiaNews) – Jimmy Lai ha presentato ieri una nuova richiesta per la libertà su cauzione. Il caso sarà ascoltato il 18 febbraio dalla Corte di prima istanza, presieduta dalla giudice Anthea Pang. Il magnate pro-democrazia è stato incarcerato ai primi di dicembre per corruzione e per aver minacciato la sicurezza nazionale. Il 9 febbraio la Corte finale di appello ha invalidato la sua scarcerazione, decisa il 23 dicembre dall’Alta corte, che gli aveva concesso gli arresti domiciliari. Su richiesta del dipartimento di Giustizia, il 31 dicembre un tribunale intermedio ha sospeso la sua liberazione, ordinandone il ritorno in prigione.

Il 73enne proprietario del quotidiano Apple Daily – voce critica della leadership cittadina e di Pechino – è accusato di “collusione” con forze straniere, reato previsto dalla legge sulla sicurezza nazionale voluta dalla leadership cinese. La procura ha formulato l’imputazione per le interviste che Lai ha concesso a giornali di altri Paesi. Nel mirino vi è anche il suo presunto invito ai governi stranieri di sanzionare i leader di Hong Kong per le loro azioni contro il movimento democratico. L’inizio del processo è previsto per il 16 aprile: egli rischia l’ergastolo.

Per i giudici di appello, l’Alta corte ha male interpretato il draconiano provvedimento sulla sicurezza. Secondo loro, esso impone soglie più stringenti per la libertà su cauzione: un’eccezione  a principi generali come la presunzione d’innocenza, inclusi nella Basic Law (la mini-Costituzione cittadina) e nella Carta internazionale sui diritti civili e politici. Per il giudice di primo grado spettava agli inquirenti dimostrare che il miliardario rappresentava una minaccia alla sicurezza nazionale; per quella di appello è il giudice che deve valutare se l’imputato può fuggire o inquinare le prove una volta scarcerato.

Secondo Simon Young, giurista dell’università di Hong Kong, Lai ha buone possibilità di ottenere la scarcerazione e gli arresti domiciliari. Intervistato da Rthk, egli dice che sebbene i giudici di appello abbiano riscontrato un errore da parte del collega dell’Alta corte, il nuovo giudice di primo grado potrebbe benissimo stabilire che l’imputato non rappresenta un pericolo per la sicurezza nazionale. La difesa dovrà fornire adeguate garanzie in tal senso.