Kim Jong-un promette più armi, ma il Paese è alla fame

Il leader nordcoreano ha parlato durante un raro congresso del Partito dei lavoratori. Silenzio sull’arsenale nucleare. Un gesto distensivo verso Joe Biden. Ammissione di colpa per lo stato catastrofico dell’economia. Città senza scorte alimentari.


Seoul (AsiaNews) – Il leader nordcoreano Kim Jong-un ha promesso ieri di rafforzare le capacità militari del Paese per proteggere il suo popolo. L’annuncio è stato fatto nella seconda giornata di lavori di un raro congresso del Partito dei lavoratori, al potere dalla fine della Seconda guerra mondiale. Lo ha riportato oggi l’agenzia statale Kcna.

L’uomo forte di Pyongyang non ha parlato di “armi nucleari” e di “deterrente bellico” nella sua dichiarazione. Per gli analisti, egli non ha voluto alzare la tensione con gli Usa prima che si insedi la presidenza Biden.

La Corea del Nord è isolata dalla comunità internazionale (tranne che dalla Cina e in parte dalla Russia), sottoposta da anni a sanzioni internazionali per il suo programma atomico e missilistico. Malgrado i tre vertici e gli apparenti buoni rapporti con Donald Trump, i negoziati con Washington sul nucleare sono in stallo da tempo.

Il Paese si trova in una situazione molto difficile. La pandemia da coronavirus e una serie di tifoni estivi hanno indebolito un’economia già devastata dalle sanzioni. All’apertura del congresso – il primo in cinque anni – Kim ha ammesso che l’ultimo piano economico quinquennale si è rivelato un fallimento. Egli ha annunciato una nuova strategia per far uscire la nazione dallo stato di crisi. Egli punta a innovare settori come costruzioni, trasporti e comunicazioni, e a promuovere un nuovo approccio nelle relazioni politiche ed economiche con l’estero. 

Secondo diversi osservatori, l’ammissione “di colpa” fatta da Kim rivela le preoccupazioni del regime per il quadro socioeconomico nazionale. Pyongyang sarebbe consapevole dei gravi problemi di approvvigionamento alimentare che affliggono la popolazione (e le Forze armate). Come scritto di recente da Daily NK,  che ha sede a Seoul ed è legato al ministero per l’Unificazione sudcoreano, le città nordcoreane cominciano ad avere scarsità di scorte: la notte si vedono macchine che lasciano i centri abitati per andare nelle campagne in cerca di cibo. Una violazione del coprifuoco per il coronavirus, che spesso le autorità fanno finta di non vedere.