Sulawesi centrale: famiglia cristiana uccisa e decapitata; sei cappelle bruciate
di Mathias Hariyadi

Le vittime sono una coppia, la loro figlia e il marito della figlia. Tutti membri dell’Esercito della Salvezza. L’ispettore generale della polizia di Sulawesi afferma che “nessuna chiesa è stata bruciata”. Nella zona cova tensione fra gruppi cristiani e estremisti musulmani. Nel 2005 tre adolescenti cristiane sono state decapitate. Nel 2006 sono stati condannati a morte tre cattolici.


Jakarta (AsiaNews) – Quattro cristiani di una stessa famiglia, sono stati trovati assassinati. Alcuni di loro erano stati decapitati. Tutti erano appartenenti alla Chiesa protestante della Salvezza (comunemente definita: Esercito della Salvezza). Il ritrovamento dei loro corpi smembrati è avvenuto ieri e la polizia di Sulawesi centrale lo ha confermato oggi. L’assassinio è avvenuto nel villaggio di Lenowu, nel distretto di Lembantongoa, a Sigi. Per ora non si conosce l’identità degli uccisori.

Il presidente del Sinodo cristiano protestante (Pgi), il pastore Gumar Gultom ha condannato l’esecuzione dei quattro fedeli e ha chiesto con forza al governo di inviare un team di esperti per aprire un’inchiesta.

Egli ha anche denunciato alcuni gesti di intolleranza avvenuti nella stessa area qualche tempo prima dell’assassinio: 6 cappelle usate dall’Esercito della Salvezza sono state bruciate. Le sue dichiarazioni vanno contro a quanto affermato da Rakhman Baso, ispettore generale della polizia di Sulawesi, il quale afferma che “nessuna chiesa è stata bruciata”.

Le vittime dell’assassinio sono una coppia con la figlia e il marito della figlia. I loro corpi sono stati trovati ieri verso le 10 del mattino.

In una dichiarazione ufficiale, il pastore Gultom offre preghiere e condoglianze all’Esercito della Salvezza e ricorda che “questa nuova violenza porta a galla nella nostra memoria le sporadiche violenze del passato avvenute nella stessa area di Sulawesi”.

Il 29 ottobre del 2005, tre ragazze cristiane, studentesse della scuola media superiore, sono state decapitate da estremisti musulmani a Poso. Le vittime erano: Theresia Morake (15), Alite Poliwo (17) and Yarni Sambue (17).

Secondo diversi osservatori, queste uccisioni sono state provocate anche da un eccessivo scontro interreligioso fra gruppi di cristiani protestanti estremisti e gruppi di radicali islamici.

Tempo dopo nella zona, in una esecuzione capitale, sono stati uccisi tre cattolici: Fabianus Tibo, Dominggus da Silva, and Marinus Riwu. I tre avevano dato rifugio ad alcuni cattolici che fuggivano gli scontri a Poso, ma nel 2000 sono stati presi, processati e condannati a morte, perché ritenuti responsabili del massacro di centinaia di musulmani durante il conflitto interreligioso che ha insanguinato la zona tra il 1998 e il 2001. Finora nessun musulmano è stato processato in relazione a quegli scontri, che causarono numerose vittime anche tra i cristiani. La loro esecuzione avvenne nel settembre 2006. Il presidente di allora, Susilo Bambang Yudhoyono, ha rifiutato loro la grazia, richiesta anche da molte personalità, fra cui il papa.

“Davanti alle nuove violenze – ha detto il rev. Gultom – chiedo con urgenza alle forze di sicurezza indonesiane di eliminare i rimanenti combattenti-terroristi, che sono ancora ricercati a Sigi e a Poso. La presenza delle forze di sicurezza è urgente per tranquillizzare i locali e il Paese”.

Molti locali, testimoni dell’assassinio, sono fuggiti nella foresta per nascondersi. Intanto è partita l’inchiesta sull’incidente. Didik, portavoce della polizia di Sulawesi, ha dichiarato che per ora “non si conoscono gli autori di questa violenza”.