Per far rinascere Hong Kong, Carrie Lam spera nella Cina
di Paul Wang

Nel discorso sulle prospettive politiche del suo governo, il capo dell’esecutivo esalta la legge sulla sicurezza e impone un giuramento per parlamentari, giudici, membri degli uffici governativi, insegnanti. Spinte verso l’integrazione dell’economia di Hong Kong in quella della “Grande Baia”. Fuori la politica dalle scuole. Nessuna riforma democratica all’orizzonte.


Hong Kong (AsiaNews) - Il capo dell’esecutivo Carrie Lam Cheng Yuet-ngor ha presentato ieri al Legco (il parlamento del territorio) il suo annuale “policy address”, una specie di programma delle scelte che il suo governo compirà nei prossimi mesi. Dalle sue parole e proposte è emerso che il futuro di Hong Kong sarà sempre più intrecciato a quello della Cina dal punto di vista economico e politico.

La Lam è giunta nell’aula del Legco semivuota, dato che mancavano tutti i rappresentanti dell’opposizione, autodimessi per contestare l’esclusione di quattro loro colleghi. Il suo discorso era previsto per il 14 ottobre, ma due giorni prima lei stessa ha voluto posporlo per avere la possibilità di incontrare Xi Jinping e altre personalità a Pechino, per garantire a Hong Kong migliori prospettive. Ma secondo osservatori ad Hong Kong, la Lam ha ricevuto indicazioni per sottomettere ancora di più il territorio a Pechino, dopo un anno di manifestazioni pro-democrazia e il varo della legge sulla sicurezza nazionale.

Il giuramento

La Lam ha dedicato molta parte del suo discorso – durato oltre due ore – agli aspetti politici, dicendo che è tempo di “restaurare l’ordine costituzionale e il sistema politico” del territorio, dopo “il caos” dell’anno precedente. Precisando che Hong Kong non può concepirsi che sotto la Cina, il capo dell’esecutivo ha elogiato la nuova legge sulla sicurezza, che ha avuto una “efficacia eccezionale” nel rimettere ordine nel territorio e ha elencato alcune direttive per un allineamento alla linea governativa di tutti i parlamentari, giudici, membri degli uffici governativi, insegnanti. È in preparazione una legge perché tutti costoro giurino di sostenere la Basic Law (la costituzione di Hong Kong), e la sovranità di Pechino sul territorio. Violare il giuramento porterà alle dimissioni e a conseguenze penali.

La legge sulla sicurezza sarà applicata con nettezza. Al presente vi sono decine di persone arrestate per aver violato tale legge, ma ve ne sono ancora di più - oltre 10mila – arrestate durante l’anno per manifestazioni e vandalismi. La Lam ha detto di voler mostrare clemenza verso i più giovani. Su oltre 10mila arrestati, circa 4mila sono studenti; la metà di essi sono studenti di scuola media e media superiore. Di tutti questi, dopo averli ammoniti, i giudici hanno liberato 19 ragazzi e ragazze.

L’area della Grande Baia

In ubbidienza alle indicazioni di Pechino, l’economia di Hong Kong cercherà una maggiore integrazione con il Guangdong, soprattutto le zone di Shenzhen e Zhuhai, venendo a partecipare ai progetti di quella che viene definita “la Grande Baia”. Fra i progetti citati dalla Lam vi sono la partecipazione dell’aeroporto internazionale di Hong Kong alle azioni dell’aeroporto domestico di Zhuhai; la connessione fra le borse di Hong Kong, Shenzhen e Shanghai; un sussidio ad industrie cinesi per assumere 2mila laureati di Hong Kong, oltre a un programma per creare centinaia di nuovi posti di lavoro nella Grande Baia.

Per un maggior aiuto all’economia di Hong Kong, che quest’anno prevede una riduzione del Pil di 6,1 punti, la Lam ha elencato un alleggerimento delle tasse negli acquisti di proprietà commerciali; un uso di alberghi come abitazioni temporanee per coloro che attendono di ricevere una casa popolare, insieme a un sussidio di denaro; un progetto decennale per costruire 316mila appartamenti popolari.

La Lam ha anche ribadito di voler continuare il progetto Lantau Tomorrow Vision, che prevede la costruzione di una metropoli su isole artificiali. Il progetto è stato spesso criticato per il suo enorme costo e per i rischi che provocherebbe sull’ambiente.

Nessuna riforma democratica

Sul fronte educativo, la Lam ha sottolineato che la politica non deve più entrare nella scuola e che è necessaria una riforma degli studi. In un riferimento alle manifestazioni dello scorso anno, il capo dell’esecutivo ha detto che con la politica, gli studenti sono “manipolati e spinti a compiere atti violenti e illegali, per i quali essi devono poi assumersi responsabilità legali che avranno un impatto sulle loro vite”.

Sulle domande di democrazia piena, che hanno generato tutte le manifestazioni dell’anno precedente e quelle di Occupy Central nel 2014, la Lam ha detto che non ci sarà nessuna riforma democratica fino a che non venga restaurato l’ordine costituzionale e politico della città.

In ogni caso, ha precisato, nell’ultimo anno che le resta come capo dell’esecutivo, non ha in mente piani per una riforma di tipo politico.

I commenti al suo discorso sono vari: il gruppo pro-establishment e filo-Pechino ha apprezzato le sottolineature per la restaurazione dell’ordine; i gruppi democratici – assenti dal Legco – hanno detto che il “policy address” mostra più l’obbedienza della Lam a Pechino, che un suo interesse verso la popolazione di Hong Kong. Accademici hanno fatto notare che il capo dell’esecutivo ha evitato di affrontare il problema più grave: la divisione nel parlamento e la sfiducia della popolazione verso la leadership.