Maharashtra: per i pescatori il lockdown è peggio delle tempeste monsoniche
di Godfrey Malu

A causa della pandemia, senza mezzi per conservare e trasportare il pescato, la comunità cattolica di Uttan fatica a sopravvivere. Chiesto l’intervento dello Stato. I giovani rischiano di abbandonare la tradizionale attività dei genitori. I pescatori locali hanno però una grande fede in Dio, che si rafforza in ogni situazione.


Uttan (AsiaNews) – Finito il lockdown per il coronavirus, circa 10mila pescatori cattolici di Uttan (Maharashtra) hanno portato le loro barche in mare per la stagione della pesca. Fanno parte della parrocchia di Nostra Signora del Mare (arcidiocesi di Mumbai), che conta in totale 18mila fedeli. Il diacono Godfrey Malu è assegnato alla chiesa locale, in attesa della sua ordinazione sacerdotale, rinviata a causa della pandemia. In occasione della Giornata mondiale della pesca, egli condivide con AsiaNews una riflessione sull’impatto devastante che ha avuto l’emergenza sanitaria sui pescatori della sua comunità. 

La stagione della pesca si apre ogni anno il primo agosto, ma a causa della pandemia è stata rinviata di due settimane. Il 15 agosto, Festa dell’Assunzione e dell’indipendenza in India, ho benedetto quasi 50 barche prima della loro partenza.

In questo momento di crisi non è redditizio andare in mare. I nostri pescatori vendono il pescato solo al mercato locale – dove i prezzi sono bassi – perché non hanno mezzi di trasporto per portarli nei centri più grandi. I guadagni sono scarsi, ed essi faticano a sostenere le loro famiglie.

Questi pescatori hanno però una grande fede in Dio, che si rafforza in ogni situazione. All'apertura della stagione, due barche hanno avuto problemi in mare. Una è affondata, lasciando due pescatori morti. Altri 11 sono stati raccolti da un altro battello: purtroppo, non credo che abbiano ricevuto un risarcimento dal governo.

Un'altra imbarcazione è stata investita da una tempesta; tutti i membri dell’equipaggio (15-20 persone) sono stati tratti in salvo da un elicottero di soccorso. La barca è rimasta alla deriva per 5-6 giorni, senza che le autorità intervenissero per recuperarla. I pescatori del posto hanno preso coraggio e sono andati in mare per riportarla a terra: è come la parabola della pecorella smarrita!. Riusciti nel loro intento, essi sono stati festeggiati dagli abitanti del villaggio. 

Mumbai, la capitale finanziaria dell'India, è la patria di una delle più antiche comunità di pescatori: i Koli. Per loro, la pesca è uno stile di vita, oltre che un mezzo di sostentamento. È nel loro sangue e li rende orgogliosi di contribuire allo sviluppo della società. Questa occupazione gli è stata consegnata dai loro antenati: le loro anime sono nell'oceano.

La comunità dei pescatori è molto vulnerabile alle diverse condizioni climatiche, soprattutto alle tempeste e alle piogge monsoniche. Un'altra “tempesta”, sotto forma di virus, si è aggiunta ai problemi esistenti.  Per i pescatori locali, il Covid-19 e il lockdown nazionale per contenerlo sono molto peggio dei cicloni stagionali, avendo in pratica arrestato la loro attività.

I pescatori ritengono di aver seguito le indicazioni del governo, rimanendo a casa quando gli è stato imposto, ma le autorità devono anche considerare le loro esigenze. Durante la prima settimana di lockdown, essi hanno dovuto gettare in mare 10mila tonnellate di pesce fresco invenduto. Questi mesi sono i più importanti per la pesca: è in questo periodo che il pesce viene pescato, smistato, essiccato e conservato per la stagione delle piogge, quando l’attività si ferma. Il problema è che l’industria ittica locale non ha disposizione impianti di refrigerazione, conservazione e trasporto del pescato.

A differenza degli agricoltori e di altri settori vulnerabili della società, i pescatori di Uttan non possono beneficiare di programmi governativi di sostegno. Le autorità dovrebbero intervenire per ridurre l'impatto del disastro. Le famiglie locali sono ridotte allo stato di sopravvivenza. Con la situazione attuale, senza alcun reddito, esse pensano che i giovani del posto forse non dovrebbero più seguire le orme dei padri, e fare un altro mestiere.

 

(Ha collaborato Nirmala Carvalho)