La blogger Zhang Zhan rischia 5 anni di carcere per i suoi reportage da Wuhan

È quanto ha chiesto la pubblica accusa. È detenuta in un carcere di Shanghai per "aver turbato la stabilità sociale e creato problemi di ordine pubblico". Ha denunciato la cattiva gestione della pandemia da parte del governo e i maltrattamenti subiti da altri giornalisti indipendenti. Gli amici temono che la sua fede cristiana la spinga al martirio.


Shanghai (AsiaNews/Agenzie) – Il pubblico ministero del distretto di Pudong ha chiesto la scorsa settimana cinque anni di carcere per la blogger Zhang Zhan. È quanto emerge dall’atto di accusa ottenuto ieri da Chinese Human Rights Defenders (Chrd). La 37enne “cittadina giornalista”, che da febbraio a metà maggio ha raccontato l’emergenza Covid-19 a Wuhan (Hubei), epicentro della pandemia di coronavirus, era stata arrestata in modo ufficiale il 19 giugno.

L’accusa è di aver “turbato la stabilità sociale e creato problemi di ordine pubblico”. La polizia l’aveva fermata il 15 maggio mentre si trovava al Caiguang Hotel di Wuhan, trasferendola poi nel carcere di Pudong a Shanghai, la città dove risiede.

Nella sua ultima diretta streaming su YouTube, postata il 13 maggio, Zhang ha raccontato la perdita di posti di lavoro a Wuhan, le difficoltà dei tassisti locali in assenza di clienti e le intimidazioni che la popolazione subiva dalla polizia urbana (Chengguan).

Nei suoi post, la blogger è stata spesso critica con il governo per la gestione della crisi. Per gli inquirenti, Zhang è colpevole di aver diffuso false informazioni sul coronavirus attraverso piattaforme web come WeChat, Twitter and YouTube, oltre ad aver accettato di essere intervistata sull’argomento da media stranieri.

Zhang ha respinto ogni accusa; in settembre ha iniziato uno sciopero della fame che le autorità carcerarie hanno interrotto con la forza. Ella era già stata arrestata nel settembre 2019 a Shanghai: passò 60 giorni in carcere per aver manifestato a favore dei dimostranti pro-democrazia di Hong Kong. Gli amici temono che la sua fede cristiana la spinga al martirio.

Chrd ricorda che Zhang ha raccontato anche le storie di altri giornalisti indipendenti arrestati a Wuhan. Tre di loro erano spariti nella capitale dell’Hubei in febbraio. Li Zehua,  che aveva parlato dei forni crematori cittadini aperti 19 ore al giorno, è riapparso il 22 aprile dopo un periodo agli arresti. Chen Qiushi si trova sotto la “supervisione” delle autorità. Di Fang Bin non si hanno invece ancora notizie.