​Piano di Bangkok per riaprire Phuket ai visitatori stranieri

La chiusura dell’isola a causa dell’epidemia ha messo in crisi il fiorente settore del turismo. Il governo ha cercato di promuovere il turismo interno pagando il 40% delle spese negli hotel dei viaggiatori, ma la spesa locale da sola non può compensare una perdita di stranieri. A Phuket, i visitatori stranieri rappresentavano i due terzi dei turisti complessivi, ma contribuivano al 90% delle entrate turistiche.


Bangkok (AsiaNews/Agenzie) – Il governo tailandese sta pensando di riaprire l’isola di Phuket ai visitatori stranieri, in quanto il turismo interno, malgrado un sostegno del 40% alle spese dei viaggiatori, non riesce a far fronte a una crisi che vede a rischio forse 50mila posti di lavoro. Prima della pandemia, infatti, gli stranieri contribuivano a due terzi del reddito del turismo.

Il piano prevede la riapertura dell’isola ai visitatori stranieri il mese prossimo, ma il piano è stato oggetto di ulteriori controlli dopo che le autorità hanno registrato il primo caso locale - dal 26 maggio - in un detenuto di 37 anni di una prigione di Bangkok, che ha interrotto una serie di 100 giorni di assenza di trasmissione di coronavirus.

"Il governo - ha detto il vice premier e ministro della Salute Anutin Charnvirakul - è pronto, ma ci sono ancora preoccupazioni da parte di alcuni gruppi che la riapertura porterà a infezioni". "Dobbiamo imparare a combattere e convivere con la pandemia. Non possiamo averne paura”.

Il governo e le imprese stanno soppesando il costo tra il contenimento dei rischi di infezione e la limitazione dei danni all'economia, che quest'anno è sulla strada per una contrazione record dell'8,5%.

"Il fallimento della Thailandia nel rilanciare il turismo estero crea uno scenario pericoloso per l'industria dell'ospitalità di Phuket", ha affermato Bill Barnett, amministratore delegato della società di consulenza C9 Hotelworks. "La situazione è brutta e probabilmente peggiorerà, poiché gli hotel subiscono perdite giorno dopo giorno".

Secondo i dati di C9 Hotelworks, quasi il 70% degli hotel sono in crisi. Barnett ha affermato che l'impatto finanziario sullo sviluppo alberghiero può portare all'erosione dei posti di lavoro nell'edilizia, nel commercio al dettaglio e nel credito al consumo.

Il governo thailandese ha cercato di promuovere il turismo interno pagando il 40% delle spese dei viaggiatori negli hotel, ma la spesa locale da sola non può compensare una perdita di stranieri. A Phuket, i visitatori stranieri rappresentavano i due terzi dei turisti complessivi, ma contribuivano al 90% delle entrate turistiche.

Circa 86mila camere a Phuket non possono raggiungere il pareggio delle entrate con la sola domanda interna e 50mila posti di lavoro potrebbero andare persi quest'anno, secondo la Phuket Hotels Association, che rappresenta 78 hotel dell'isola. Il tasso di occupazione delle camere nella maggior parte degli hotel di Phuket è a una cifra, secondo le stime del gruppo. "Nessuna quantità di domanda locale indotta può impedire la drammatica e continua perdita di posti di lavoro e la rapida crescita della crisi finanziaria per proprietari e operatori", ha affermato Anthony Lark, presidente dell'associazione. "Sosteniamo fortemente una riapertura sicura, pragmatica e strategica per i viaggiatori stranieri".

Mentre alcuni gruppi si oppongono alla riapertura di Phuket, una strategia di comunicazione chiara e tempestiva per garantire la sicurezza dei visitatori e della gente del posto dovrebbe aiutare ad alleviare le preoccupazioni, secondo Kongsak Khoopongsakorn, presidente del Southern Chapter della Thai Hotels Association. "Il ritardo è derivato da messaggi contrastanti sui dettagli del piano per la riapertura sicura e ha portato alcuni gruppi a opporsi", ha detto Kongsak, che lavora anche con 12 gruppi di imprese locali. "Le aziende a Phuket sono pronte per il ritorno dei visitatori stranieri il prima possibile".