Faisalabad, ‘La preghiera per 45 giorni in isolamento mi ha guarito dal Covid-19’
di Shafique Khokhar

Younas Masih è stato infettato in ospedale, dove aveva accompagnato suo padre per un’operazione. È dovuto rimanere isolato in casa sua perché gli ospedali non avevano posti disponibili. Invece di leggere libri e guardare film, ha deciso di pregare di continuo. Ora che è guarito, vuole donare il suo plasma per i malati di coronavirus.


Faisalabad (AsiaNews) – Younas Masih, 61 anni, cristiano, è stato colpito dal Covid-19 nel giugno 2020. Rifiutato da dottori e ospedali, ha dovuto passare 45 giorni in isolamento a casa. Ieri, 9 agosto, per celebrare la sua guarigione, ha organizzato un momento di preghiera raccontando ai presenti che la fede lo ha fatto rimanere fermo e la continua preghiera a Dio lo ha salvato.

Il maggio scorso, il padre 83enne di Younas Masih, è caduto e si è rotto una gamba. Per aiutare il padre e prepararlo all’operazione chirurgica, Younas Masih ha dovuto rimanere in ospedale per due settimane, proprio mentre nel Paese la pandemia raggiungeva il picco. Ritornando a casa con il padre, egli ha cominciato a sentire febbre e a tossire. La tosse sempre più forte e la febbre continua lo hanno reso molto debole e dopo aver consultato un dottore, ha deciso di sottoporsi al test per il Covid-19 ed è risultato positivo. A causa della sua infezione, più nessun dottore ha potuto più visitarlo; gli ospedali – anche quelli privati – non potevano accoglierlo perché già stracolmi di malati di coronavirus.

Younas Masih ha dovuto isolare se stesso in una stanza di casa sua e starvi per 45 giorni. Durante questo periodo, racconta, “avevo il cuore distrutto e spaventato dalla possibilità di morire. La mia tosse e febbre non mi risparmiavano neanche per un minuto”. La morte gli sembrava così vicina che ha chiamato al telefono suo figlio per consegnargli le sue ultime volontà. Non pensava di poter sopravvivere.

Ieri, ai suoi amici, ha raccontato che è stata “la continua preghiera e la fede in Dio” a riportarlo in vita: “Durante l’isolamento, per evitare la noia e la pigrizia, il mio dottore mi aveva suggerito di leggere dei libri e guardare dei film. Ma io ho avuto un’idea migliore. Ho speso tutto il tempo a pregare, chiedendo a Dio onnipotente di guarirmi, perché solo Lui poteva salvarmi dal virus. Ed ecco, vedere, sto di fronte a voi. Le mie preghiere sono state esaudite e Dio mi ha riportato in vita. Nel tempo che ho speso nella preghiera non mi sono mai sentito solo e mai impaurito, perché Gesù mi ha protetto”.

Alla cerimonia di ieri, Younas Masih ha ringraziato anzitutto il Signore per la nuova vita donatagli, i dottori che gli hanno dato consigli durante l’isolamento, la sua famiglia, che gli è stata vicina, portandogli ogni giorno cibo e medicine, ricordandolo nelle loro preghiere.

“Ora sono guarito – conclude - e mi sento benedetto da Gesù Cristo. Vorrei condividere questa benedizione con tutti i pazienti di coronavirus. Per questo voglio donare il mio plasma per i malati che ne hanno bisogno”.