Papa: in un’epoca di divisioni, i media costruiscano ponti e abbattano muri

Nel messaggio alla Catholic Press Association in occasione della Catholic Media Conference, Francesco scrive che solo con lo sguardo dello Spirito Santo “possiamo lavorare efficacemente per superare le malattie del razzismo, dell'ingiustizia e dell'indifferenza che deturpano il volto della nostra famiglia comune”.


Città del Vaticano (AsiaNews) – La pandemia ha dimostrato quanto sia essenziale la missione dei media per tenere unite le persone, ma che siano “capaci di costruire ponti, difendere la vita e abbattere i muri”. Lo scrive papa Francesco nel messaggio alla Catholic Press Association in occasione della Catholic Media Conference, che si svolge da oggi al 2 luglio, per la prima volta in modalità virtuale, sul tema “Together While Apart”.

Il tema scelto, scrive Francesco, “esprime in modo eloquente il senso di unione emerso, paradossalmente, dall’esperienza della distanza sociale imposta dalla pandemia”. “In effetti, l’esperienza di questi ultimi mesi ha dimostrato quanto sia essenziale la missione dei media per tenere unite le persone, accorciando le distanze, fornendo le informazioni necessarie e aprendo le menti e i cuori alla verità”.

“Le nostre comunità – si legge ancora nel messaggio - hanno bisogno di giornali, radio, tv e social media per condividere, comunicare, informare ed unire. E pluribus unum, l’ideale dell’unità in mezzo alla diversità, nel motto degli Stati Uniti, deve ispirare anche il servizio che offrite al bene comune”. “Abbiamo bisogno di media che possano aiutare le persone, soprattutto i giovani, a distinguere il bene dal male, ad elaborare giudizi corretti, basati su una presentazione dei fatti chiara ed imparziale, a comprendere l’importanza di impegnarsi per la giustizia, la concordia sociale e il rispetto della casa comune. Abbiamo bisogno di uomini e donne di principio che proteggano la comunicazione da tutto ciò che la potrebbe distorcere o piegare ad altri scopi”.

Il Papa, infine, invoca l’aiuto dello Spirito Santo su quanti operano nei media. “Solo lo sguardo dello Spirito – aggiunge - ci permette di non chiudere gli occhi davanti a coloro che soffrono e di cercare il vero bene per tutti. Solo con quello sguardo possiamo lavorare efficacemente per superare le malattie del razzismo, dell'ingiustizia e dell'indifferenza che deturpano il volto della nostra famiglia comune. Attraverso la vostra dedizione e il vostro lavoro quotidiano, potete aiutare gli altri a contemplare situazioni e persone con gli occhi dello Spirito. Laddove il nostro mondo parla troppo spesso con aggettivi e avverbi, possano i comunicatori cristiani parlare con nomi che riconoscano e promuovano la rivendicazione silenziosa della verità e favoriscano la dignità umana. Laddove il mondo vede conflitti e divisioni – conclude - guardate alla sofferenza e ai poveri per dare voce alla richiesta dei nostri fratelli e sorelle bisognosi di misericordia e comprensione”.