Pechino vieta festa del Buddha a studenti e funzionari tibetani

Il divieto vale per il Saga Dawa, iniziato il 23 maggio. Previste serie conseguenze per i trasgressori. La polizia aumenta i controlli. Pechino cerca di limitare l’influenza della religione buddista sui giovani.  Tra gli attentati alla cultura tibetana vi è anche la sparizione del Panchen Lama.


Pechino (AsiaNews) – Studenti, impiegati pubblici (anche in pensione) e membri del Partito comunista cinese non possono partecipare a eventi religiosi a Lhasa durante la festa buddista di Saga Dawa. L’ordine è stato impartito dalle autorità della regione autonoma tibetana, secondo quanto riporta Radio Free Asia.

La festività, che quest’anno è iniziata il 23 maggio, celebra la nascita, l’illuminazione e l’abbandono della vita terrena del Buddha.

Fonti locali raccontano che le autorità hanno convocato le famiglie per comunicare loro il divieto. La polizia ha rafforzato i controlli a Lhasa, e per i trasgressori del provvedimento sono previste “serie conseguenze”.

Le scuole nell’area della capitale tibetana hanno riaperto dopo le misure di quarantena per il coronavirus. E lo stesso hanno fatto i templi buddisti. Da tempo il governo cinese cerca di limitare l’influenza della religione buddista sui giovani tibetani.

La International Campaign for Tibet nota che l’amministrazione cinese in Tibet aveva proibito a tutti gli studenti di Lhasa di svolgere attività religiose durante le vacanze del Capodanno lunare in gennaio.

Il buddismo è un elemento distintivo della cultura e dell’identità nazionale tibetana, e per questo è visto dal Partito comunista come una minaccia all’unità dello Stato cinese. Tra gli attentati allo stile di vita tradizionale in Tibet vi è anche la sparizione del Panchen Lama, considerato il “numero 2” del buddismo tibetano, che è rinchiuso in un luogo sconosciuto da più di 25 anni per ordine della leadership comunista.